Erminia Sulfaro Collura racconta le innumerevoli peripezie che ha vissuto dallo scorso 19 gennaio fino a questa mattina, per una pratica di affrancazione di un terreno avviata con Prefettura e Catasto. Stanca dei rimpalli chiede solo il rispetto dei suoi diritti di cittadina
Quasi un anno per una pratica. Un anno di rimpalli continui tra uffici, di solleciti, di richieste rimaste inascoltate, di disservizi. La vicenda è accaduta alla signora Erminia Sulfaro Collura che, stanca di essersi ritrovata di fronte all’ennesimo muro burocratico, ha deciso di denunciare il malfunzionamento degli uffici pubblici con cui si è trovata ad avere a che fare, nella speranza che questo possa servire a svegliare qualcuno.
«Non chiedo a nessuno di mediare per me, chiedo soltanto che vengano rispettati i miei diritti di cittadina. Che qualcuno mi dica chiaramente a chi mi devo rivolgere per chiudere questa pratica» dice stanca e sconsolata dopo un’altra mattinata trascorsa tra uffici, telefonate e tecnici.
L’odissea della signora Erminia, che sta seguendo questa pratica per conto del fratello che vive fuori Messina, è iniziata il 19 gennaio scorso. Quel giorno, con una mail di posta certificata indirizzata alla Prefettura, Erminia chiedeva di fatto l’avvio di una pratica per l’affrancazione di un terreno. Una procedura seguita su due binari paralleli dagli uffici del Fec (Fondo Edifici di Culto) della Prefettura e dagli uffici del Catasto. Ognuno per le proprie competenze avrebbero dovuto adempiere ai vari aspetti di questa pratica per ottenere l’affrancazione di un terreno. Inizia a produrre i documenti richiesti dai due uffici, ma di volta in volta sorge sempre qualche nuovo problema. Tra le altre cose in Prefettura si è ritrovata a dover fare i conti anche con il fatto che purtroppo uno degli impiegati che doveva seguire la sua pratica è costretto ad assentarsi spesso per motivi di salute e dunque i tempi si sono dilatati ulteriormente. Così si è rivolta alla dirigente dell’Ufficio che l’aveva indirizzata su un’altra impiegata e, ironia della sorte, anche quella si è assentata per malattia. Una serie di sfortunate coincidenze che oggi hanno fatto sbottare la signora Erminia.
Anche perché pensava di essere ormai alla fine della pratica e invece all’invio delle ultime carte dal Catasto alla Prefettura sono stati rilevati degli errori negli atti. Quindi i documenti sono tornati al Catasto che però oggi ha garantito di aver girato nuovamente tutto in Prefettura. Ma oggi in Prefettura di queste carte nessuno ha saputo dire niente alla signora Erminia.
«Ho parlato anche con il Capo di Gabinetto della Prefettura, ma nessuno mi ha saputo chiarire che fine ha fatto adesso tutto l’iter. Continua il rimpallo tra un ufficio e l’altro, è inaccettabile. E’ trascorso quasi un anno semplicemente per una pratica che serve per una regolarizzazione fiscale. E dovremo continuare ad aspettare» dice Erminia che adesso spera davvero che dagli uffici arrivi la risposta che aspetta per poter mettere fine ad un’odissea lunga quasi un anno.
Francesca Stornante
E che dire di quando fai una pratica di compravendita con tanto di notaio e a distanza di anni, nonostante tu abbia pagato regolarmente tutte le tassene nel corso degli anni ti accorgi che al momento dell’aggiornamento e digitalizzazione del catastoe/o ufficio del territorio come l’hanno ora battezzato, qualche svogliato e incapace impiegato non ha regolarmente effettuato la modifica e ti ritrovi a dover ripagare con perdite di tempo incredibili? Che gli fai causa ? tanto paga sempre l’utente. ma ……………………………………….
SCIURA PREFETTO A MILANO GIA’ ERA TUTTO RISOLTO SUBITO TE CAPI?