L’arte di accomunare il tema Ponte sullo Stretto a qualunque altro col quale non c’è nessuna attinenza
Stamattina ho preso un caffè al bar. Non era buono. E vogliono fare il ponte. Poi si è rotta una mattonella della mia cucina. E vogliono fare il ponte. Un marciapiede vicino casa mia è sporco e pieno di erbacce. E vogliono fare il ponte.
Basta un contenuto di qualsiasi tipo che contenga un minimo disagio e poi è solo questione di conto alla rovescia. Tre, due, uno… il commento eccolo lì: e vogliono fare il ponte. Facebook è ovviamente il luogo principe dove poterlo esprimere.
E vogliono fare la gronda di Genova
Neppure uno che scriva: e vogliono fare la gronda di Genova. Vogliamo i soldi del Ponte (e al momento non c’è un centesimo, contrariamente ad altre opere finanziate a suon di miliardi) per la messa in sicurezza del territorio siciliano. Non i soldi della gronda di Genova (per restare sullo stesso esempio ma se ne potrebbero fare altri) per la messa in sicurezza del territorio siciliano. No. Quelli del Ponte. E chiediamo che vengano spesi anche per le infrastrutture. Peccato che il progetto del Ponte (in sé stesso un’infrastruttura) contenga una lunga serie di infrastrutture utili per il territorio. Dire “No al Ponte, sì alle infrastrutture” è contraddittorio, a meno che non s’intenda un “sì solo ad alcune infrastrutture” scelte in base a criteri soggettivi. Ad esempio: sì o no alla tangenziale nord di Messina? E in base a quale criterio? Una risposta oggettiva non c’è.
Abbiamo bisogno di tante opere insieme, non di scegliere
Perché non possiamo mica pretendere che si faccia il Ponte e contemporaneamente si metta in sicurezza il territorio siciliano. No. O l’uno o l’altro. O facciamo il Ponte e non spendiamo più un euro per il resto del territorio oppure mettiamo in sicurezza il territorio ma non facciamo il Ponte e le opere connesse. Non sia mai che si possa fare l’uno e l’altro. Che pretese. Noi dovremmo scegliere come usare quei 14 miliardi (semmai arriveranno). E invece, per ridurre il divario tra nord e sud del Paese, dovremmo batterci per fare arrivare sul nostro territorio 28 miliardi o 42 o 56 o 70. Non scegliere cosa fare con 14 miliardi.
Le autostrade, le ferrovie e tutte le altre opere che servono in Sicilia possono essere realizzate contemporaneamente al Ponte, non bisogna mica fare una cosa alla volta. Anche perché semmai il Ponte si dovesse fare ci vorrebbe un minimo di sei anni per costruirlo ma è possibile che si arrivi anche a otto o a dieci. In quei dieci anni non si deve fare nulla o si possono contemporaneamente fare altre opere utili? La risposta va da sé.
Lo scoglio progetto esecutivo
Non bisogna mai dimenticare che al momento, oltre a non essere ancora stato stanziato un centesimo per l’opera (negli annunci accadrà con la prossima legge di bilancio), c’è da superare lo scoglio del passaggio da progetto definitivo a esecutivo, che prevede l’acquisizione di diversi pareri, su tutti quello ambientale del Mite (Ministero della transizione ecologica). Fin quando il progetto non sarà esecutivo e fin quando non ci saranno disponibili i primi fondi, si continuerà a parlare solo di ipotesi.
Impatto ambientale sì ma unire due cosche…
I dubbi sull’impatto ambientale del progetto del Ponte sullo Stretto sono legittimi. Del resto non sarebbe mica trascurabile. A volte, però, per portare avanti queste idee, se ne sostengono a supporto altre quasi offensive nei confronti dei cittadini. Come quella dell’unione tra due cosche, riportata di recente da don Luigi Ciotti (lo diceva già nel 2014), che sembrava passata di moda anche tra i “No Ponte”. E via con gli attacchi a chi ha osato criticare le parole (non la persona) di don Ciotti.
Dire che realizzare una grande opera sarebbe un favore alle mafie vuol dire rassegnarsi invece che combattere il malaffare. Inaccettabile. E’ proprio combattendo le mafie che può svilupparsi un territorio.
I disagi dei cantieri e il raddoppio di We Build
E poi il viadotto Ritiro, gli svincoli di Giostra, la frana di Letojanni, autostrade e ferrovie siciliane. Come possiamo pensare di realizzare una mega opera quando per opere più piccole s’impiega il doppio o il triplo dei tempi prefissati? Anche questo sa di rassegnazione: da noi non si può fare. Il problema, invece, potrebbe non essere “da noi” ma “chi”, quale impresa realizza un’opera. Basti guardare i grandi passi avanti sulle ferrovie Messina – Catania e Catania – Palermo, dove We Build corre nel rispetto dei tempi previsti. Dobbiamo forse intendere che così si stanno avvicinando le cosche oppure i cittadini onesti?
Il raddoppio Messina – Catania, per restare su quest’esempio, è un’opera altamente impattante (37 chilometri su 42 in galleria) ma non è mai stata al centro di battaglie contrarie.
We Build è una delle grandi imprese coinvolte nel progetto del Ponte, che ha realizzato senza grandi ritardi l’allargamento del Canale di Panamà. Ed è con queste grandi opere, altro esempio il ponte dei Dardanelli realizzato in cinque anni esatti, che può reggere il confronto, non con l’opera realizzata dalla piccola ditta di paese.
E i disagi durante i lavori? Facciamo così, non si fa niente e restiamo come siamo, così non ci sono disagi. Del resto va tutto bene, no?
Le solite file
Agosto, tempo di consuete lunghissime file per passare da un lato all’altro dello Stretto. Ma siccome ci sono sempre state e sono solo per tre fine settimana all’anno (non è vero, in questo periodo si raggiunge l’apice ma ci sono anche in altri periodi) allora va bene. Basterebbe aumentare le corse dei traghetti… No, non basterebbe, anzitutto perché le corse dei traghetti non si aumentano così facilmente e poi perché anche aumentandole restano tempi morti non abbattibili.
Ma le file ci sono pure altrove. E quindi vuol dire che va bene e non bisogna fare niente? Difficile pensarla così dopo aver impiegato tre ore per attraversare lo Stretto, magari dopo un lungo viaggio, con bambini e/o anziani, e sotto un caldo sfiancante. Fermi in attesa, guardando l’altra sponda, nello stesso lasso di tempo in cui si arriva da Roma a Milano.
Per ribattere a questo elenco ci vorrebbe troppo tempo. A Marco Ipsale ricordo volentieri che gli addetti al raddoppio ferroviario della Messina- Palermo hanno più volte bloccato i lavori e scioperato perché non ricevono emolumenti per mesi e mesi. Questo per parlare di Webuild e dei suoi sub appaltatori tanto per iniziare.
Le file che si creano sono dovute alla fattiva mancanza di concorrenza nell’attraversamento.
Lui parla di disagi, come se il problema fosse un po’ di polvere e rumori e non la devastazione di tutto il territorio settentrionale del Comune di Messina e il relativo scadimento della qualità della vita. Da ridere quando serio (suppongo) il giornalista afferma che si possa realizzare tutto e contemporaneamente. Ripeto la domanda: dove vive? Nel mondo di Candido? O si è fatto abbagliare sulla strada di…Pontida. E soprattutto con quale leggerezza difende le parole di un ministro (che è riuscito a negare di essere stato in passato contro questo progetto) che ha insultato un grande uomo (che porta la tonaca) che da decenni lotta in modo disinteressato per la liberazione dall’oppressione delle cosche mafiose?
Si commenta da sé.
Il nord è abituato ad avere grandi opere. Per Genova si sono stanziati oltre 30 miliardi, divisi nel tempo, nessuna contestazione. Ci sarà lavoro nella costruzione delle strutture, che realizzate porteranno altro lavoro.. Al sud, finalmente, si vuole realizzare un sistema di opere, cui il ponte sullo Stretto e quella più importante. I partiti nordisti, non la Lega, ma i partiti estremi nordisti, ricconi di sinistra, vogliono strappare questo finanziamento per portarlo al nord, come nel 2011. Il ponte è la speranza dei poveri del sud, dei disoccupati, dei giovani costretti ad emigrare. Chi è benestante, ha la villetta sul mare, non ha problemi economici e di lavoro, in genere, è contro il ponte. Crede che la realizzazione dell’opera, può portare, dei disagi che possono disturbare con il traffico di camion, o altro, la loro tranquilla e fortunata vita. Ci sono anche i contro per politica, quelli della sinistra nordista, del tutto a nord e nulla al sud.
Ma questo articolo non sarà un po’ fazioso? Chi l’ha scritto non ama Messina
Considerare lo Stretto di Messina due sponde abitate da cosche mafiose, è una visone estremamente offensiva verso i circa 1.300.000 abitanti delle due città metropolitane dello Stretto. L’area dello Stretto di Messina è tra quelle dove si commettono meno reati in Italia, la gente dello Stretto è più onesta che altrove. Don Ciotti, nelle tantissime grandi opere al nord, non ha avuto questa forma di pregiudizio, eppure sono Milano, Bologna, Firenze, Rimini, Torino, Venezia e quasi tutte le città del nord ad essere ai primi posti per criminalità e mafia. Il nordismo assurdamente, ed addirittura anche clericale, non accetta nemmeno un’unica e sola opera da realizzare al sud. Si sbandierano vecchi fantasmi stereotipi, ormai lontani dalla realtà, per dare tutto e solo esclusivamente al nord. Basta.
Tutto si racchiude in poche righe…….. Siamo in Italia, un paese meraviglioso architettonicamente, ricco di storia, di cultura, di eccellenza….. Ma al contempo assai ridicolo. Ormai neppure ci facciamo caso a quante volte si sono contraddetti o hanno commesso reati in plurimi argomenti e/o occasioni gli pseudo-politici che ci governano!!! La maggiore paura dei cittadini messinesi e calabresi riguardo al ponte é quella di vedere(come da prassi) un cantiere iniziato e mai finito! Questo perché ci hanno abituati così su tutto il resto. Perché con il ponte dovrebbe essere differente? Perché il ponte dovrebbe essere l opera trainante e non fare al contrario, ovvero iniziare con le infrastrutture interne e poi semmai pensare ad altro? A me sembra più un qualcosa che il politico di turno vuole assolutamente fare per accrescere il suo ego…… e la sua tasca (anche questa é ormai una prassi). In Italia la politica vera, gli ideali in cui si crede sono assoluta utopia, chiamiamola con il suo nome “politica finanziaria” visto che grandi colossi mondiali ormai decidono le sorti del nostro paese svenduto per 30 pezzi di argento!!!
Io non ho le conoscenze e le competenze che servono per disquisire sulla utilità o l’inutilità di un attraversamento stabile di questi pochi chilometri di mare che separano Messina dalla Calabria, ci sono stuoli di ingegnieri, geologi, ecologi, politici e tuttologi che se ne occupano a tempo pieno, una cosa però la vorrei dire:
ho sessant’anni, se dovete farlo fatelo, ma fatemelo vedere finito.
Come dire, hai le scarpe sfondate, non comprare un paio di scarpe nuove, compra un rolex, una cravatta, un vestito dolce & gabbana che poi le scarpe sono incluse nel pacchetto.
A me sembra un ricatto infame che per avere l’indispensabile in un paese civile, strade, ferrovie, messa in sicurezza del territorio, si debba prima fare il ponte.
Ma che discorsi sono?!
seguo da sempre Tempostretto…ma ora lo aspetto con ansia per le rsposte di TOTONNO…….il difensore civico…..di noi poveri buddaci…
Forse con il ponte ritorneranno pure le costardelle nel nostro mare. Qualche effetto positivo il ponte lo porterà 😄🤣🤣🤣🤣
L’articolo di Marco Ipsale come SEMPRE NON FA’ UNA PIEGA👏👏👏👏👏👏….a Messina,
come disse tempo fa’ in un altro suo articolo, è un NO a prescindere
per ogni cambiamento, rivoluzione o miglioramento che si possa mettere in atto… STRACONDIVIDO l’ottimo commento di Totonno 1955……mi era sfuggito l’articolo riguardante le dichiarazioni di Don Ciotti😱 un prete unisce senza distinzione,senza divisione ,ha fatto una dichiarazione VERAMENTE fuori luogo 😤… dovrebbe tenere a mente specie quando parla , l’enciclica di Papa Francesco…..siamo tutti fratelli e sorelle, no cosche 😤 non mettiamo il marcio in ogni progetto e cerchiamo di non essere prevenuti prima ancora di conoscere e constatare l’utilità di ciò che si andrà a fare, perché quando si farà il ponte e si vedrà la facilità dei tempi di percorrenza tra le due sponde e la convenienza in termini di spesa per i viaggiatori ,gli irriducibili NO ponte saranno i primi a godere di questi benefici e rinnegheranno di fatto tutte le loro contestazioni faziose !!!!!
La gente reduce di tante malefatte ha paura che tutto sfumi come una bolla di sapone ed invece di avere il ponte sullo stretto avere lo stretto devastato, io li comprendo e in un certo qual modo lo temo anche io ma voglio fidarmi x l’ennesima volta nella speranza di vedere la mia città rinascere e lasciarla a figli e nipoti messa un po’ meglio. Vorrei chiedere però a sindaco e Compagni di farsi qualche passeggiata in più e dare voce a quei cittadini che chiedono una città più a MISURA