Dalla commissione affari istituzionali all’Ars arriva l’ok al ddl che cambierà la struttura delle giunte comunali. Dall’aumento del numero di assessori al rispetto delle quote di genere, il disegno di legge votato lo scorso 12 dicembre introduce anche l’incompatibilità tra la carica di consigliere comunale e quella di assessore.
Nello specifico i cambiamenti interesseranno i comuni utilizzando come parametro di riferimento il numero di abitanti. Nei comuni fino a 10mila abitanti, oltre al sindaco che presiede la giunta, il numero massimo di assessori sarà pari a 4; nei comuni da 10mila a 30mila, 5 assessori; da 30mila a 100mila, 7 assessori; da 100mila a 250mila, 9 assessori; da 250mila a 500mila, 10 assessori; per i comuni oltre i 500mila abitanti, invece, si potrà avere fino ad un massimo di 11 assessori.
Sul fronte delle quote di genere in giunta, invece, si prevede che nei comuni con oltre 10mila abitanti sia garantita una presenza di genere pari almeno al 40% dei componenti. Nei comuni che non superano i 10mila abitanti, le quote di genere saranno garantite con almeno 1 componente che garantisca la diversificazione di genere.
"Il disegno di legge varato risponde specialmente all’interesse dei piccoli comuni che nei periodi di alta stagione turistica, per il fisiologico aumento della popolazione, debbono far fronte ad un aumento del carico di funzioni –ha dichiarato Stefano Pellegrino, Presidente della Commissione Affari Istituzionali all’Ars- E ciò, spesso, dovendo i pochi assessori svolgere funzioni incompatibili tra loro e, comunque, di grande responsabilità: salute e lavori pubblici, agricoltura e bilancio, solo per fare un esempio. Inoltre – conclude il parlamentare di Forza Italia- l'approvazione del ddl adegua la normativa regionale a quella nazionale, proporzionando il numero degli assessori a quello dei consiglieri comunali e della popolazione. Sarà garantita, infine, la rappresentanza di entrambi i generi, considerato il non indifferente contributo di competenza apportato dalle donne nella recente esperienza politica ed amministrativa”.
Salvatore Di Trapani