Nei giorni scorsi è scattata l'inchiesta della magistratura sull'ipotesi di inquinamento ambientale dei torrenti cittadini con il sequestro di nove foci e quattro avvisi di garanzia anche per il sindaco Accorinti. Un problema che abbiamo raccontato per anni attraverso immagini, testimonianze, richieste di aiuto dei cittadini.
“Fogne che scaricano a mare, un impietoso spettacolo tra sporcizia e inquinamento”. Era il 9 giugno del 2014 quando Tempostretto pubblicava uno dei reportage sulle drammatiche condizioni del litorale messinese. Una delle tante denunce sollevate dal nostro giornale attraverso foto, racconti, testimonianze.
Oggi quel titolo è tornato estremamente attuale, diventa il simbolo di una battaglia che negli anni ha cercato di accendere i riflettori su un problema che è stato sempre sotto gli occhi di tutti. Una vicenda che è stata al centro di innumerevoli segnalazioni e richieste di intervento da parte di cittadini stanchi e nauseati dall’immobilismo politico e che adesso si è trasformata in un’inchiesta della Magistratura che ha portato al sequestro di nove foci dei torrenti cittadini e a quattro avvisi di garanzia.
I provvedimenti sono stati recapitati al sindaco Renato Accorinti, al dirigente comunale Antonio Amato, al presidente dell’Amam Leonardo Termini e all’ex direttore generale dell’Amam Luigi La Rosa. Le indagini, svolte da un’interforze formata da finanza, carabinieri e forestale su mandato della Procura, parlano di inquinamento ambientale dei torrenti che versano in mare scarichi fognari.
Un problema che di certo non si scopre oggi, visto che in questi ultimi anni anche le ordinanze di divieto di balneazione del sindaco Accorinti hanno certificato che in alcuni tratti di mare è vietato fare il bagno per colpa delle fognature che scaricano in mare. Sono infatti state sempre dichiarate off limits le zona compresa tra la foce del torrente Larderia e il torrente Portalegni (via Tommaso Cannizzaro) per un tratto lungo 6500 metri, sul litorale nord niente bagni nei 350 metri compresi tra l’ex ospedale Regina Margherita e la foce del torrente Annunziata e poi ancora nel tratto intorno al canale lago piccolo di Torre Faro.
Negli anni abbiamo più volte raccontato che in centro città le situazioni più critiche si sono sempre registrate alla fine dei viali Giostra, Boccetta e Tommaso Cannizzaro (VEDI QUI).
Copiose quantità di acqua maleodorante si riversano in mare di continuo: alla foce del torrente Giostra, per esempio, c’è una generale condizione di degrado e sporcizia causata soprattutto dal fiumiciattolo di acqua melmosa che scorre indisturbato verso il mare.
Uno spettacolo simile si ripropone alla fine del viale Boccetta. Qui è ancora più evidente il contrasto tra quel corso d’acqua color marrone scuro che si getta in mare e la limpidezza dell’acqua dello Stretto. Spostandoci ancora verso sud si arriva al torrente Portalegni, dunque a Maregrosso, sotto la via Tommaso Cannizzaro. Anche qui ci sono giorni in cui l’aria diventa irrespirabile (VEDI QUI).
Un problema che attanaglia la città da nord a sud, con le innumerevoli denunce che negli anni sono arrivate da San Saba, S. Agata, e soprattutto Mili. Un abitante della zona più volte segnalò, anche attraverso il nostro giornale, il costante malfunzionamento del sistema di pompe che fanno parte dell’impianto fognario che anche in questo caso rende l’aria irrespirabile e porta in mare liquami di ogni genere. Oggi anche il quadro dei comandi del depuratore di Mili è finito sotto sequestro perché alcune tubature e condotte fognarie versano direttamente in mare materiale altamente inquinante.
In quei giorni chiedevamo spiegazioni all’ormai ex direttore dell’Amam Luigi La Rosa e fu proprio lui a confermare la presenza di scarichi fognari in mare, spiegando che in molti torrenti cittadini ci sono scarichi attivi che si riversano in mare e che infatti sono molti i tratti in cui vige il divieto di balneazione proprio per questo motivo.
La Rosa ricordava anche che in passato il Comune aveva iniziato un’operazione di controllo, facendo aprire dei varchi all’interno dei vari torrenti per individuare gli scarichi attivi, ispezionare l’entità degli eventuali allacci abusivi, creare una rete di convogliamento delle acque per evitare di far finire tutto in mare.
Ad un certo punto però questo percorso subì un brusco stop, poiché si trattava di interventi lunghi e soprattutto costosi e non fu possibile proseguire. In quei mesi anche l’ex assessore Filippo Cucinotta aveva parlato dell’ipotesi di riavviare quel tipo di attività di controllo e monitoraggio, ma le risorse a disposizione non lo permisero.
E così si arriva ad oggi. Con un’inchiesta per inquinamento ambientale e quattro avvisi di garanzia che vedono coinvolto anche il primo cittadino. Accorinti ha replicato chiedendo ai magistrati di essere immediatamente ascoltato. Di certo siamo solo all’inizio, la speranza è che finalmente si faccia chiarezza una volta per tutte, mettendo la parola fine ad uno scempio che ha devastato una delle più belle e preziose risorse della città.
Francesca Stornante
IN ALLEGATO UNA FOTOGALLERY DI ALFEA TRIMARCHI E SERENA CAPPARELLI DATATA GIUGNO 2014 SU TORRENTI E FOGNE IN MARE.
A QUESTO LINK UN SERVIZIO DI TEMPOSTRETTO TV
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