Per le elezioni amministrative manca ancora un anno e questo vivacchiare in attesa di tornare al voto rischia di far aumentare i numerosi problemi che attanagliano Messina
La frattura tra la giunta Accorinti ed il Consiglio comunale va oltre la bocciatura della delibera di affidamento della gestione dei rifiuti alla Messinaservizi . Le cause della distanza ormai siderale tra i due organi di Palazzo Zanca vanno cercate, più che tra le righe del provvedimento sul contratto di servizio, nella notte a cavallo tra il 15 e 16 febbraio scorso, quando il Civico Consesso si riunì per esprimersi sulla mozione di sfiducia.
L’esito finale della votazione – alla quale si arrivò dopo dieci ore di dibattito – sancì la bocciatura della mozione, ma consegnò alla città un Consiglio comunale la cui maggioranza dei componenti si espresse a favore della sfiducia, ritenendo conclusa l’esperienza amministrativa iniziata nel 2013. Sebbene infatti il quorum dei 27 voti non venne raggiunto, ben 23 consiglieri comunali votarono favorevolmente la sfiducia, più del doppio di quelli che alzarono il disco rosso, solo 10, a cui si sono aggiunsero 5 astenuti .
Alle 3.33 del 16 febbraio è stata tracciato un solco tra il prima e dopo sfiducia che oggi si vorrebbe colmare all’occorrenza, ma è talmente profondo che servirebbero enormi dosi di volontà comune e collaborazione reciproca tra la Giunta ed il Consiglio. Dal 16 febbraio, invece, quel sottilissimo filo che per tre anni e mezzo aveva tenuto legati per ragioni di opportunità, ed opportunismo, l’esecutivo e l’organo rappresentativo si è definitivamente spezzato. Giunta e Consiglio vivono da separati in casa , ma le funzioni dell’uno senza il supporto dell’altro vengono inevitabilmente depotenziate. A pagare sono ovviamente i cittadini , costretti ad assistere ad accuse, ripicche e dispetti reciproci che non portano a nulla e continuano a mantenere la città in uno stato di galleggiamento divenuto insopportabile.
Per le elezioni amministrative manca ancora un anno e questo vivacchiare in attesa di tornare al voto rischia di far aumentare i numerosi problemi che attanagliano Messina. Problemi che questa Giunta e questo Consiglio – dietro mandato dei cittadini – avrebbero dovuto provare a risolvere, dopo gli anni bui delle precedenti amministrazioni.
Oggi nel nostro porto si è tenuto il “primo scalo” della nave da crociera MSC Meraviglia, la più grande mai costruita da un cantiere europeo che può ospitare a bordo oltre 5mila passeggeri. Il biglietto da visita che la nostra città offre a chi sbarca in riva allo Stretto è a dir poco vergognoso: “munnizza” ovunque; aria ammorbata da cattivi odori; erbacce incolte; alberi abbattuti; auto parcheggiate in doppia e tripla fila; ambulanti comodamente sistemati al centro della carreggiata, tanto nella zona sud quanto nella zona sud; strade sporche. E se i messinesi c’hanno ormai fatto l’abitudine, i “forestieri” si porteranno via una cartolina poco edificante di una città potenzialmente bellissima ma privata anche dei servizi di ordinaria amministrazione.
A quattro anni dalle elezioni che nell’immaginario collettivo avrebbero dovuto rappresentare la svolta epocale, da molti evocata e da tutti desiderata, la città fa schifo (passateci il termine). E questa Giunta e questo Consiglio sono corresponsabili in egual misura.
Danila La Torre