Hanno attraversato la città per chiedere alle Istituzioni di non abbandonarli i lavoratori dell'Aicon licenziati lo scorso 31 gennaio. Ci sarebbe un imprenditore pronto a investire ma la Regione deve fare la sua parte. Insieme a loro anche gli ex lavoratori Triscele.
Contro l’indifferenza e il silenzio delle Istituzioni, contro 324 licenziamenti che non vogliono accettare, contro chi non sta muovendo un dito per ridar loro un futuro che vada oltre gli ammortizzatori sociali. I lavoratori dell’Aicon Yachts hanno attraversato la città dal viale San Martino fino a piazza Castronovo per ribadire ancora una volta che non si fermeranno. Scaduta la cassa integrazione lo scorso 31 gennaio oggi hanno in mano solo una lettera di licenziamento che significa la fine di progetti e speranze, che significa perdere anni di professionalità di alto livello che ha portato in giro per il mondo il nome di Messina. L’Aicon produceva yacht di lusso, era una società quotata in borsa e con un giro di affari annui da milioni di euro. Poi è arrivata la fine, il fallimento, il licenziamento per i 324 dipendenti che non hanno intenzione di arrendersi. Per questo oggi hanno deciso di tornare a farsi vedere e sentire in una città che anche a causa del corteo è rimasta paralizzata per tutta la mattinata. Nei giorni scorsi la notizia di un acquirente pronto a rilevare gli stabilimenti e a rilanciare la produzione, notizia ormai ufficiale. Sarebbe la vera possibilità per tornare a credere in un futuro da lavoratori. Avevano anche chiesto aiuto alla Regione, lo scorso giovedì ci doveva essere un incontro con il Presidente Crocetta, incontro saltato e che ha fatto scattare la mobilitazione di oggi. Dopo il corteo, supportato dal sindacalista Vincenzo Capomolla dell’Usb, Unione Sindacale di Base, la manifestazione si è spostata in Prefettura. Lavoratori e sindacato hanno consegnato al Prefetto la richiesta di un nuovo incontro in sede regionale. Aspettano di essere convocati, aspettano che le Istituzioni non li lascino soli. Soprattutto adesso che qualcosa si può davvero fare. (Francesca Stornante)
Giovedì, 14 febbraio, 2013 – 15:43
Uniti per il lavoro. Crocetta è il sindaco dei Siciliani, ha il dovere di intestarsi tutte le vertenze e congiuntamente trovare le soluzioni. I presidi sono continui, le proteste si moltiplicano e la situazione degenera. Una politica salva lavoro è necessaria per ridare dignità a chi soffre. Basta con i continui incontri in Prefettura, con le file all’Assemblea Regionale e con la rappresentazione della peggiore immagine del mondo del lavoro. Vogliamo una risposta risolutiva, un ritorno immediato alla normalità. Siamo lavoratori e la Costituzione parla chiaro sul nostro diritto al lavoro. Le istituzioni attendono la singola protesta per interessarsi attivamente ai singoli problemi quotidiani. Così prendono tempo e ci dividono. Abbiamo bisogno che i componenti la Regione rimangano seduti attorno ad un tavolo sino a quando non trovano gli strumenti per ridare dignità ai Siciliani.