Chi vuole vincere un orfano? The show must go on...

Chi vuole vincere un orfano? The show must go on…

Rosaria Brancato

Chi vuole vincere un orfano? The show must go on…

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sabato 03 Agosto 2013 - 23:06

In Pakistan va in onda un reality che dà in premio ai vincitori un neonato abbandonato. "Diamo un futuro a organi gettati tra i rifiuti" si difendono il conduttore e l'associazione che promuove la trasmissione, mentre infuria la polemica in tutto il mondo e l'audience va alle stelle. In fondo, "The show must go on", non importa a che prezzo.

L’era del Grande Fratello ha partorito il peggiore dei suoi “figli”, quello che dimostra come abbiamo perso il valore più profondo, quello del rispetto della Vita ed ogni cosa si è tramutata in merce.

In nome dell’audience in Pakistan si sono superate tutte le barriere con un reality che sta facendo discutere il mondo. “Amaan Ramazan” (Ramadan in pace) sette ore in diretta ogni giorno nel periodo del Ramadan è lo show dove se dai la risposta esatta non vinci un motorino o un viaggio o l’autografo di Totti, ma vinci un neonato abbandonato.

A condurre il reality una vera e propria star pakistana, Aamir Liaquat Hussain, una sorta di “saggio del Corano, divenuto anche ministro e considerato un sex simbol. Solitamente, in premio a chi dava le risposte esatte a domande sul Corano, veniva dato un elettrodomestico. Quest’anno ha voluto strafare, ed insieme ad una Ong Chhipa Welfare Association, dal 14 luglio mette in palio per i vincitori un orfano. Finora ne sono stati dati due, un maschietto ed una femminuccia e si apprestano ad assegnarne un terzo, nonostante le polemiche. La donna di una delle coppie che ha vinto, Suriya Bliqees, ha dichiarato alla Cnn: "All'inizio ero davvero sotto shock, non ci potevo credere, mi stavano dando una bambina. Ero estremamente felice". Lo show, manco a dirlo, sta raggiungendo cifre record di telespettatori, nonostante sia in diretta per oltre 7 ore e le domande non siano di sport-cinema-spettacolo-costume e società ma sul Corano, quindi temi non proprio da “mi dia un aiutino…”. In ogni puntata almeno 500 persone si contendono un bambino, presentato dal conduttore come fosse un oggetto: “Guardate questa bimba bellissima, è stata abbandonata su una pila di spazzatura”. Travolto dall’audience e dalle polemiche Aamir Liaquat Hussain, si è difeso: "Non funziona con coppie che vengono dallo spettacolo e noi gli diamo un bambino come un premio. E' sbagliato dire 'chi vuole vincere un bambino? Non si tratta di show-business. Questo è il vero Islam. dove sono gli attori? Io non ho visto nessun attore qui". La tesi è questa: siamo noi il vero reality, gli orfani sono veri, vere le domande, vere le coppie selezionate accuratamente tra quelle che vogliono avere un bambino e non ci riescono. Insomma “facciamo carità mica affari”. Anche la Ong Chhipa Welfare Association ribadisce la scelta dello show a scopo umanitario "Abbiamo le nostre procedure di selezione. Noi troviamo bambini abbandonati in strada, nell'immondizia, perché non cercare di assicurargli una casa e un futuro?" Secondo gli organizzatori è una campagna d’informazione che serve a far capire ai pakistani che non è bene abbandonare i propri figli. Una sorta di pubblicità progresso inserita tra un quiz e un’intervista ad un vip, tra l’oroscopo e la ricetta del giorno. A prescindere dal fatto che nessun reality è veramente e fino in fondo reality, e dove ci sono autori, telecamere, sponsor e registi il termine tv-realtà deve essere usato con le virgolette e con le pinze, stiamo assistendo a qualcosa che ha dell’inimmaginabile. Stiamo parlando di bambini offerti in premio, accanto all’ultimo modello di bicicletta o video game. Stiamo parlando di una televisione che mercifica tutto e che rende spettacolo anche i valori e le intimità più profonde degli esseri umani. Non voglio ricordare il calvario che le coppie che non possono avere figli affrontano per decenni, sottoposti ad ogni genere di selezione e controlli, perché andrei fuori tema. Non è la stessa cosa offrire un week end alle Bermuda o un neonato. Anche perché, a volte, c’è chi chiede di cambiare la destinazione del viaggio, magari detesta le Bermude o si accorge che è allergico al sole e vuole cambiare. Spenti i riflettori chi verifica la sorte di quei bambini traditi da noi umani per ben due volte? La prima da chi li ha abbandonati tra i rifiuti e la seconda da chi li ha messi in palio. La vita non è un gioco a quiz. La vita umana non ha prezzo. Questa concezione della Tv mi fa orrore. E’ vero, abbiamo visto di tutto con gli show estremi. In Cina vanno in onda le ultime ore prima dell’esecuzione di un condannato a morte. Nei Paesi Bassi i malati terminali decidono grazie al voto da casa a chi dei concorrenti donare il rene dopo la morte. Per non parlare della vendita all’asta della verginità o delle donne che in Olanda scelgono il donatore di sperma col televoto. Dopo aver letto dello show Pakistano ho rivalutato il nostro Grande Fratello, che ho sempre detestato, ma mi rassicura, perché è tutto finto e in fondo il massimo che ti può capitare è morire di noia mentre l’ennesima tizia si fa l’ennesima doccia nuda o chiederti fino a che punto è profonda l’ignoranza dei nostri giovani dopo tre minuti di puntata. Il premio è un anno di comparsate fin quando si dimenticano di te, o se hai fortuna sposi il calciatore di turno, ma tutto sommato “che s’ha da fa pè campà”. Ma qui siamo oltre ogni limite. Ci sono rimasta talmente male che sono senza parole, non riesco proprio a trovarle. Ho pensato a quella bimba, scelta per caso tra mille lettini di orfani e gettata in pasto alle telecamere, usata come le vallette senza gonna e senza voce, usata per far audience col dolore degli altri, quelle coppie “in attesa” che si sarebbero sbranate come leoni per vincere. Quella bimba bellissima, che non lo sa, ma è stata pubblicizzata come i materassi e l’acqua Rocchetta e non sappiamo quale sarà il suo destino. Spero il più bello del mondo, perché davvero nessuno di noi sa quando si spengono le luci e va via il cerone cosa resta della realtà, che è fatta di carne, sangue, cuore, lacrime e sorrisi. Un bambino è il più grande premio che la vita ti dona, a volte anche dopo percorsi tortuosi e dolorosi. Ma è un dono della Vita, non del signor “Buonasera ai telespettatori” di turno, con la frase “la neonata di stasera è offerta da…. Pannolini Pan, soddisfatti o rimborsati”. A che serve sapere a memoria i versetti del Corano di fronte a tutto questo? Ho paura del prossimo reality. In fondo, The show must go on.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. tutto deve essere contestualizzato nella realtà in cui si vive. In un paese dove la vita vale meno di uno sputo, se questo può servire a qualcosa, intanto ok, ma è ovvio che è il peggiore dei modi per cercare di salvare vite umane.
    Poi se ci vogliamo aggiungere che la TV ha contribuito alla grande al peggiore degrado morale e sociale di mezzo mondo, ci si spiega perché siamo ridotti cosi’.

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  2. Ciao a tutti. Mi trovo in Pakistan..per lavoro ( sapete la globalizzazione )…Mi sento in dovere di riferirvi di un fatto che ha del CLAMOROSO : qui, le cronache della stampa locale sono incredibilmente piene delle seguenti notizie : la lettera dei massoni ad Accorinti e la festa in terrazza del ministro D’alia a venti euro a testa ognuno porti qualcosa , pulisca il proprio e butti la lattina di Coca Cola nell’apposito contenitore..Grazie a tutti..Ci vediamo al mio rientro…

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  3. Complimenti .avalon. Se spegnessimo qualche volta la TV ?…..

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