Non ci sono spunti sufficienti per andare avanti con le nuove indagini su nuovi presunti mandanti ed esecutori
MESSINA – Con provvedimento del Giudice Claudia Misale, va in soffitta l’ultima pista che sembrva aprirsi sull’omicidio del giornalista Beppe Alfano. La giudice per le indagini preliminari, dopo una lunga riserva, ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale di Messina e archivia le ipotesi nei confronti del pregiudicato Stefano “Stefanino” Genovese. Assistito dall’avvocato Diego Lanza, Genovese esce quindi di scena, dopo essere stato tirato in ballo da una serie di collaboratori di giustizia. Dichiarazioni che il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio aveva passato al vaglio, ma che non sembrano reggere.
Il silenzio di Merlino
Alla base del fascicolo, quello che aveva riferito dal boss pentito Carmelo D’Amico, dal fratello di quest’ultimo anche lui collaboratore di giustizia, dal “geometra” Biagio Grasso, infine da Salvatore Micale, i cui verbali sono stati gli ultimi ad essere stati vagliati e “bocciati”, in ordine di tempo. Tutte confidenze che i pentiti riferiscono, scrive in sostanza il giudice, confidenze che hanno appreso da altre fonti. Chi sarebbero queste fonti? In primis Antonino Merlino, il camionista condannato come esecutore dell’omicidio del giornalista. Che però, quando è stato nuovamente convocato dai magistrati, ha chiuso la porta a qualunque possibilità di fare ulteriore luce sulla vicenda. Non ha alcuna intenzione di parlare, insomma, Merlino, malgrado stia scontando una condanna per un ruolo che tanti dubitino abbia avuto davvero, nel delitto.
La pista sugli ulteriori mandanti
La giudice ha rigettato anche la richiesta di procedere con gli ulteriori accertamenti chiesti dall’avvocato Fabio Repici per conto della famiglia Alfano, in particolare con le perizie balistiche e le altre piste investigative. Nuove indagini, aveva chiesto specificatamente la famiglia, alla ricerca di ulteriori di altri possibili mandanti oltre al boss Gullotti. Anche in questo caso secondo il giudice non ci sono abbastanza elementi per riaprire gli accertamenti.