Convalidato il fermo dell'uomo immortalato dalle telecamere nei pressi della chiesa di Santa Caterina, che si discolpa
Pietro Miduri resta in carcere. Il giudice Eugenio Fiorentino, dopo averlo ascoltato, ha deciso di convalidare il fermo e lasciarlo rinchiuso nel carcere di Trapani, dove si trova da sabato sera.
L’uomo nega: non era lui, quella notte, nei pressi della chiesa di Santa Caterina. E’ vero: conosceva Cettina Gioè, ma superficialmente, la notte dell’omicidio non si trovava a Messina. E’ questa la difesa del 74enne fermato per la morte della clochard, che nega di essere lo stesso uomo ripreso dalle telecamere di video sorveglianza acquisite dai Carabinieri.
Miduri, difeso dall’avvocata Ketty Terranova, è stato interrogato in video conferenza stamane e si è difeso respingendo l’accusa di omicidio. Dice di non riconoscersi nei filmati. Decisivi saranno a questo punto gli esami scientifici sui suoi vestiti, per verificare se ci sono tracce di sangue di Cettina Gioè.
Intanto gli accertamenti dei militari della Compagnia Messina Centro, coordinati dal PM Piero Vinci e dall’aggiunto Vito Di Giorgio, vanno avanti anche su altri fronti: oltre a vagliare gli “alibi” di Miduri, si cercano testimoni che possano fornire altri elementi utili a ricostruire le ultime ore di Cettina Gioè. E soprattutto si cerca ancora l’oggetto usato per sferrarle le 12 profonde ferite agli arti superiori, al collo e al viso.