Omicidio di Camaro, a cosa servono gli esami dei periti

Omicidio di Camaro, a cosa servono gli esami dei periti

Alessandra Serio

Omicidio di Camaro, a cosa servono gli esami dei periti

Tag:

giovedì 17 Febbraio 2022 - 07:09

Sangue, dna, impronte: gli esperti analizzeranno tutte le tracce trovate a Camaro dopo il duplice omicidio Cannavò-Portogallo. Ecco perché

MESSINA. Si punta ad una svolta con l’incidente probatorio che si è aperto ieri nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del 2 gennaio a Camaro. Mentre il presunto killer Claudio Costantino è ancora latitante, entrano nel vivo le analisi scientifiche sulle tracce trovate da Carabinieri e Polizia in queste settimane. Ma perché sono importanti?

L’incidente probatorio

Tecnicamente è una “sospensione” dei periodi di indagine che serve per effettuare degli accertamenti particolari e che mira a cristallizzare in via definitiva gli elementi di prova di una inchiesta. In questo caso si tratta di definire il prima possibile i risultati scientifici sulle tracce raccolte da Carabinieri e Polizia prima che il tempo li deteriori. E nell’attesa che Costantino “decida” della sua sorte, se prima non viene raggiunto e catturato.

Così ieri il giudice per le indagini Fabio Pagana ha detto sì a due delle richieste della Procura e dagli avvocati Filippo Pagano e Carlo Taormina (che ne avevano avanzate diverse altre) ed ha incaricato due esperti di effettuare degli importanti esami. Toccherà quindi ai genetisti Ferdinando Mori e Paola Di Simone effettuare una serie di comparazioni: tra le tracce di sangue trovate, in particolare quelle rinvenute, poi catalogate, tra casa di Costatino e il luogo dove è rimasto senza vita a terra Giovanni Portogallo, e quelle prelevate direttamente dal corpo di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò. Lo stesso vale per le tracce ematiche rilevate a terra, in casa, sul motorino di Costantino, sui vestiti che avevano addosso le due vittime. Al vaglio andranno tutte le tracce: impronte, dna e sangue. Anche se le indagini sono ancora in corso e quindi “in carico” agli inquirenti, gli avvocati e i tecnici delle parti coinvolte potranno partecipare agli accertamenti con le garanzie di legge e, trattandosi di un incidente probatorio, anche contestare eventuali passaggi. Chiusa questa fase, però, le conclusioni dei periti che avranno il “bollo” del GIP Pagana diventeranno prove a tutti gli effetti.

Alla nomina dei periti ieri hanno partecipato anche Cinzia Panebianco e Angela Martelli, legali dei parenti delle vittime.

I punti oscuri da chiarire

Da questo genere di accertamenti, incrociati con le analisi balistiche e le immagini di videosorveglianza estrapolate, gli investigatori di avere maggiori elementi su alcuni aspetti in particolare. Tracce di sangue dentro casa di Costatino, per esempio, vorrebbero dire che la sparatoria è cominciata all’interno dell’abitazione, con Cannavò e Portogallo già dentro per esempio, che sarebbero stati fatti entrare dal padrone di casa. A chi appartengono le tracce all’interno dell’abitazione? Di chi sono quelle di sangue trovate all’esterno? Soltanto delle due vittime o è stato ferito anche Costantino? Stabilirlo potrebbe far capire chi ha sparato per prima, e quindi se Costantino ha provato a difendersi o ha sparato per primo, vedendo arrivare i due e temendo per la sua vita. In tutti i casi Costantino resta accusato di omicidio, ma tutte queste valutazioni pesano sulla sua futura posizione processuale.

I periti cominceranno gli esami tra qualche giorno. Si sono riservati almeno 40 giorni per consegnare i risultati, così l’udienza è stata fissata al prossimo 20 aprile. In quella data dovranno portare al GIP Pagana il loro dossier, che entrerà al centro del confronto tra Accusa e difese.

Il latitante e il terzo uomo

Costantino si consegnerà alla giustizia o preferirà la latitanza ancora a lungo? Le forze dell’Ordine lo staneranno? I prossimi giorno potrebbero far segnare altri sviluppi. Sviluppi che non sono arrivati con l’arresto di Bartolo Mussillo, individuato come il fiancheggiatore di Cannavò, immortalato ad allontanarsi da via Eduardo Morabito in sella al motorino col quale ha portato Cannavò all’ospedale Piemonte, dopo la sparatoria. Anche dopo l’arresto, Il ventiduenne ha continuato a tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Bonavita, ha chiesto al Tribunale del Riesame di rimetterlo in libertà, ma i giudici martedì scorso hanno confermato per lui i domiciliari.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007