Il nodo della legittima difesa e l'ergastolo ostativo al processo sul duplice delitto a Messina
MESSINA – Niente abbreviato, si va a processo. E’ stata questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Maria Militello per Claudio Costantino, autore del duplice delitto di Camaro del 2 gennaio scorso. Non è una “sconfitta” per lui, nella “battaglia” tra Accusa e difesa, secondo i suoi legali.
“Nessun problema per il nostro assistito. Siamo convinti che in dibattimento l’impianto accusatorio non potrà resistere alle prove già raccolte e a quelle che si raccoglieranno nel contraddittorio delle parti. Alla fine, risulterà chiara non solo la insussistenza dell’aggravante, ma anche la configurabilità della legittima difesa”, commentano gli avvocati Filippo Pagano e Carlo Taormina.
L’ergastolo ostativo
“Quello registratosi all’udienza camerale non è altro che un passaggio di natura tecnica. L’articolo 438 comma 1 bis del cpp stabilisce che “non è ammesso il giudizio abbreviato per i delitti puniti con la pena dell’ergastolo”. E poiché la Procura ha contestato delle aggravanti che fanno aumentare il limite di pena edittale, il Gip non ha potuto dare corso al giudizio abbreviato. Si tratta di un “ostacolo normativo che, anche con il nuovo governo, è tornato al centro del dibattito politico”, chiarisce Pagano (nella foto).
La legittima difesa
La Procura di Messina, quindi, conferma di puntare all’ergastolo per Costantino, e non gli riconosce la legittima difesa. La versione di Costantino è infatti che quella sera ha sparato per difesa, dopo l’irruzione nella sua abitazione di Cannavò e Portogallo, armati.
In questa fase, però, il giudice preliminare non può entrare nel merito. Lo “scontro” sarà quindi al processo, attraverso il dibattimento. La prima udienza è fissata al 14 dicembre.