Omicidio Lorena Quaranta, difensa invoca infermità mentale: "Antonio ossessionato dal covid"

Omicidio Lorena Quaranta, difensa invoca infermità mentale: “Antonio ossessionato dal covid”

Alessandra Serio

Omicidio Lorena Quaranta, difensa invoca infermità mentale: “Antonio ossessionato dal covid”

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mercoledì 15 Settembre 2021 - 18:00

Antonio De Pace era "diventato pazzo" per la paura di essere contagiato ed aveva concentrato la sua ossessione contro Lorena. Così in aula la consulente della difesa

E’ arrivato ad un passo dalla sentenza il processo per Antonio De Pace, l’infermiere calabrese in carcere per il femminicidio di Lorena Quaranta, la giovane specializzanda medica di Favara che conviveva con lui a Furci Siculo, strangolata il 31 marzo del 2020 nella loro abitazione.

Dopo aver sentito tutti i testimoni, prima di passare la parola all’Accusa, alla difesa e alle parti civili, la Corte d’Assise ha ascoltato in aula una consulente nominata dall’avvocato Salvatore Silvestro, difensore di De Pace, per valutare le sue condizioni psichiche al momento del delitto.

La consulente parla di un disturbo ossessivo- compulsivo dell’infermiere, che durante l’emergenza covid 19 è diventato disturbo ipocondriaco, sfociando tragicamente in una vera e propria fobia ossessiva, negli ultimi giorni della vita di Lorena. Antonio aveva davvero paura del covid insomma, come ha balbettato ai carabinieri quando sono arrivati nell’abitazione di Furci, quella tragica mattina. Per questo è da considerare incapace di intendere e di volere, al momento in cui ha ucciso Lorena.

Il dossier della consulente è entrato agli atti del processo ma l’Accusa ha chiesto ed ottenuto che sia un altro esperto, nominato dalla Corte d’Assise, a valutare lo stato di Antonio, esprimendosi anche sulla consulenza di parte. Sarà nominato il prossimo 20 ottobre. Quel giorno sarà ascoltato anche il medico di famiglia dell’infermiere, per capire quali erano state le valutazioni degli altri sanitari che lo avevano incontrato.

Antonio non ha mai smesso di lavorare: anche nei giorni immediatamente prima il delitto, ha continuato a visitare pazienti a domicilio. “La sua paura del contagio si è “concentrata” solo su Lorena”, ha detto la consulente dell’avvocato Silvestro.

Stamane in aula era previsto anche l’interrogatorio dell’imputato, collegato in video conferenza da Gazzi. Ma il difensore ha rinunciato ed ha chiesto che i giudici acquisiscano i verbali delle dichiarazioni che il ragazzo ha reso all’arresto.

Dopo questo ultimo passaggio dedicato all’approfondimento “medico”, sarà il momento delle richieste del Pubblico Ministero Conte, di sentire il difensore, poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere il verdetto.

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