Mentre la Sicilia è stata trasformata in un distributore automatico di prebende e poltrone, i cittadini organizzano un referendum anticasta "fai da te": nessun partito nè movimento alle spalle, ma solo persone comuni che cercano di raccogliere 500 mila firme per ridurre gli stipendi ai parlamentari. C'è tempo fino al 13 agosto per firmare.
“Dopo le dimissioni voglio fare l’agricoltore, mi piacerebbe coltivare marijuana. Non ho mai fumato uno spinello. E’ illegale? Pazienza”. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo intervistato da Radio24 vede il suo futuro con la zappa in una mano e una canna nell’altra. Lombardo ha poi spiegato che si era adeguato al tono ironico della trasmissione.
Alla luce di alcuni provvedimenti del governatore e delle sue innumerevoli giunte potrebbe sorgere il sospetto che magari lo spinello non l’avranno mai fumato, ma qualcosa di strano avranno respirato nell’aria, se non erba almeno rosmarino, visti gli effetti.
Cosa si siano fumati mentre trasformavano la Regione in uno stipendificio non è dato saperlo. Il solo Lombardo, da fine aprile, quando ha annunciato le dimissioni, in due mesi ha nominato 101 consulenti, la media di due al giorno. Il 101esimo è finito su tutti i giornali: Eugenio Trafficante, commercialista di Burgio (Agrigento), nominato presidente del Collegio dei revisori della società Sicilia e servizi martedì scorso, non ha potuto insediarsi, perché era in carcere.
Nella fregola pre-elettorale può capitare qualche svista. Ci ha visto bene invece l’Unione europea che ha bloccato 600 milioni di fondi destinati alla Sicilia, che ha avuto in sei anni un quinto di tutte le regioni del Nord, oltre 16 miliardi di euro, ma su 2.177 progetti nel 2011 ne ha finiti solo 186.
Eppure non è che manchino gli uomini alla Regione per portare avanti questi progetti: abbiamo 28 mila dipendenti. Il solo ufficio di presidenza vanta 192 dirigenti e 1.385 impiegati, quanto l’ufficio di Gabinetto del Primo ministro inglese David Cameron: 198 dirigenti e 1.337 dipendenti.
Nonostante ciò sono talmente tanto oberati di lavoro che non possono scollarsi dalla sedia: è per questo che è stato bandito il concorso per 30 “camminatori”, incaricati di portare (a piedi) i fogli da un ufficio ad un altro.
Mentre Lombardo sforna consulenti Ricevuto a Messina sforna assessori, li fa arrivare a 15 (più di Milano e Roma) e gli riduce le indennità, ma quest’improvvisa impellenza suscita il legittimo dubbio che forse in 4 anni non sia rimasto soddisfatto di quelli che aveva. Neanche noi.
Questa è l’immagine della Sicilia oggi mentre altrove si taglia.
In questi giorni grazie al tam tam di facebook i messinesi hanno scoperto che anche da noi si può firmare per il referendum che porterebbe alla riduzione degli “Onorevoli stipendi”.
Le modalità di questa raccolta sono molto “fai da te” . All’inizio è stata una signora a contattare via facebook il “Comitato del sole” di Ragusa che si sta spendendo per la campagna ed è riuscita a prendere i primi moduli e portarli al Comune, all’ufficio elettorale. E’ una normalissima cittadina, non ha partiti né movimenti alle spalle, ha fatto quel che le sembrava suo dovere.
Il resto lo ha fatto Internet, perché della presenza di quei moduli a Palazzo Zanca, non si è saputo nulla. I moduli però stanno finendo così i cittadini si stanno organizzando soli per reperirne altri. Il presidente del Consiglio comunale Previti ha dato la sua disponibilità per far sì che vengano distribuiti nei quartieri. Nel frattempo il consigliere di circoscrizione Santi Interdonato è andato a Catania per prenderne altri 30. Un referendum fai da te.
Nessuno s’illude su due cose: sui tempi (saranno lunghi perché è un’iniziativa popolare) né sull’efficacia, visto come gran parte dei referendum sono stati disattesi e la volontà popolare raggirata.
C’è chi obietta che per i motivi di cui sopra è un referendum inutile e costoso. Non la penso così. La nostra firma vale sempre qualcosa, perché è l’unica cosa che possiamo fare di fronte ad una casta asserragliata. A chi dice che sono soldi sprecati perché poi non sarebbe applicato, rispondo che sono sprecati i 3 milioni e mezzo di euro finiti nelle tasche dei consulenti siciliani.
Sarebbe molto più semplice che i tagli se li facessero da soli o che noi smettessimo di votarli ma se non facciamo nulla per fargli capire che siamo indignati ci prenderanno per stanchezza.
Non importa se si farà nel 2014, o se, dopo la casta si rialzerà le indennità (come accaduto in Sardegna), importa non essere complici.
Perché il silenzio è complicità. La mia firma invece ha una voce.
Le istituzioni siciliane sono state trasformate in distributori automatici di prebende e poltrone. Non dobbiamo farci complici né col silenzio né con la rassegnazione perché continueranno a credere che ci va bene così. Invece no, non mi va bene neanche se assumono mio cugino come camminatore, perché è grazie a questo sistema drogato che gli stipendi della casta resteranno per sempre 50 volte quelli dei nostri precari. Per ogni camminatore assunto c’è un deputato strapagato dietro.
Rosaria Brancato
La Sicilia ed i suoi amministratori??
Come li hanno sempre desiderati i siciliani, popolo adesso formalmente indignato ma per decenni complice e beneficiario.
Probabilmente firmerò anch’io quella raccolta di firme per la riduzione dei compensi anche se queste cose hanno un valore puramente simbolico essendo una goccia nel mare dei milioni di euro sperperati dai diretti interessati in tutte le salse.
Un pò per pigrizia indotta dal caldo, soprattutto per attinenza, “copio ed incollo” un mio precedente commento:
“L’accusa principale va fatta agli elettori che nel meridione ormai da decenni sono abituati a vendere il proprio voto per un piatto di lenticchie per poi insegnare ai propri figli che così funziona, che bisogna ricordarsi di tizio o caio perchè quella volta ci hanno “aiutato”.
I politici (mi correggo, i politicanti) non hanno fatto altro che intercettare questa nostra voglia di sudditanza, non gli darei molte colpe, sono stati bravi a far passare per “favori” normalissime pratiche d’ufficio che sarebbero giunte a buon fine in ogni caso o ad inventarsi strumenti per acquisire clientela fedele come la creazione di eterni precari, corsi professionali più o meno costruttivi ecc. ecc.
Forse non tutte le crisi vengono per nuocere; chiusi i rubinetti romani, chissà magari avremo uno scatto d’orgoglio e daremo maggiore importanza alle infrastrutture, alle scuole ed alle attività produttive come probabilmente hanno sempre fatto nel ricco Nord-Est, e non solo.”
Condivido a pieno il suo articolo sig.ra Brancato e spero che Messina e provincia risponda ad una esigenza, ormai palese, di uguaglianza tra diritto e dovere.
Anche la mia firma ha la mia voce… se urliamo in tanti forse l’eco arriva lontano! Non avranno la mia complicità e il mio silenzio, sno una tosta:la tenacia quantomeno mi appartiene! Sì, lo so, è un simbolo e i tempi sono lunghi ma è il messaggio che deve passare.
Visto che il presidente della regione siciliana, uomo potente ed ancora in carica e referente, a detta della Magistratura di una sanguinosa lobby mafiosa, ammette di essere “due braccia strappate all’agricoltura” minchia figuriamoci gli altri!!!! Poveri noi.
Soluzione: referendum regionale per diventare una “stellina” U.S.A.
Sfondata una porta che non è mai esistita la notista politica dice cose sacrosante. La penso esattamente come lei, ne condivido la sostanza e ho messo la mia firma per il referendum. Duole constatare, nel contempo, che l’immaturità e la pancia vuota della gran parte dei cittadini finora hanno avuto la meglio sulle poche, erudite coscienze civili e politiche. E mentre ognuno prega i suoi santi in paradiso, mantenendo clientele e favoritismi, non resta altro che coltivare la speranza. Con buoni propositi. Attivandosi ad innaffiare un giardino, quello della speranza, che se coltivato con buone azioni quotidiane vedrà crescere le proprie piante e un giorno, forse, anche fiorire nuove realtà.
condivido l’articolo, ma mi permetto di precisare solo una cosa. I fondi UE sono stati bloccati perchè la documentazione richiesta alla regione era incompleta o errata (cosa gravissima, ovvio), non perchè i soldi non siano stati spesi. I dati a cui si riferisce la s.ra Brancato sono quelli relativi al periodo 2000-2006 e riportata da G.A. Stella sul corriere. In realtà gli obbiettivi fissati per il 2011 sono stati raggiunti, anche se non significa che tutti i progetti finanziati per il periodo di programmazione (2007-2013) saranno alla fine realizzati.
Sono rientrato dall’Emilia Romagna ospite del mio nipotino padano, seguendo da quella regione, dove regna il PARTITO DEMOCRATICO, il feroce attacco del giornale LIBERO al governatore Lombardo, ricordate SICILIA FALLITA. Devo dire che i romagnoli sono sbalorditi e increduli delle cifre, in valori assoluto e relativo, destinate e sperperate per i dirigenti e i dipendenti degli enti locali e della regione siciliana. Nell’ultima intervista a L7, LOMBARDO ha negato tutte le sue responsabilità, affermando che ha tentato un’inversione di tendenza, raggiungendo risultati sbalorditivi nella SANITA’ e nella FORMAZIONE PROFESSIONALE.
Infine ha ammesso che la REGIONE SICILIANA e i suoi ENTI LOCALI sono uno stipendificio, su di essa pesano e vivono bene, direttamente e indirettamente,un milione di siciliani, senza dare niente in cambio o servizi talmente scadenti da farne a meno. E’ IL PENSIERO DI LOMBARDO E DEI SUOI ALLEATI.