Operatore sanitario aggredito al Pronto Soccorso del Piemonte

Operatore sanitario aggredito al Pronto Soccorso del Piemonte

Redazione

Operatore sanitario aggredito al Pronto Soccorso del Piemonte

lunedì 07 Ottobre 2024 - 14:44

L'episodio nella notte tra sabato e domenica con l'intervento delle forze dell'ordine. Il direttore generale Lanza: "Situazione non più intollerabile"

La Direzione dell’Ircss Centro Neurolesi Bonino Pulejo ha espresso “profondo sconcerto e indignazione” per l’episodio di violenza avvenuto ai danni di un Operatore Socio-Sanitario in servizio al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero Piemonte tra la notte di sabato e domenica che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Si tratta dell’ennesimo, gravissimo caso di aggressione nei confronti di chi opera in prima linea per salvare vite umane, una situazione ormai intollerabile che richiede interventi urgenti e risolutivi.

“La sicurezza degli operatori sanitari non può più essere lasciata al caso – afferma il direttore generale Maurizio Lanza che stamane ha voluto personalmente incontrare l’Operatore Sanitario per manifestare tutta la sua vicinanza. – Ogni giorno, i nostri colleghi affrontano non solo le difficoltà di un sistema sanitario sotto pressione, ma anche il rischio reale di subire violenze fisiche e psicologiche sul posto di lavoro. Questa è una situazione inaccettabile e chiediamo che a tutti i livelli si intervenga immediatamente con misure concrete per garantire la sicurezza del personale sanitario”.

I provvedimenti dopo l’aggressione alla guardia giurata

A tal proposito, la governance dell’Istituto, evidenzia che già in occasione dell’episodio di violenza che aveva coinvolto anche una guardia giurata, era intervenuta rivolgendosi alla Prefettura che, con grande sensibilità, ha messo nelle condizioni la Polizia di Stato, l’Irccs Bonino Pulejo e la ditta di vigilanza KSM di lavorare insieme e trovare soluzioni idonee ad arginare e contenere il fenomeno.

In quella sede i partecipanti al tavolo, nella logica del rafforzamento della collaborazione istituzionale e della sinergia tra Enti finalizzata alla sicurezza sui posti di lavoro e al buon funzionamento delle strutture sanitarie, hanno avviato una stretta collaborazione dando vita ad una serie di iniziative condivise, tra cui il raddoppio della vigilanza notturna. Inoltre, per rendere più efficaci e smart i sistemi di Alert e l’invio di richieste di soccorso immediato alla centrale operativa KSM da parte degli operatori sanitari, sono stati aumentati, presso il Pronto Soccorso del Piemonte, i punti di chiamata fissi dotando anche tutto il personale di dispositivi mobili personali di chiamata. Tutto questo purtroppo non è bastato.

“Continueremo a monitorare la situazione ed a chiedere misure urgenti: più sicurezza, vigilanza e tutela legale. La pazienza è finita – conclude Lanza. Non permetteremo che i nostri colleghi diventino vittime sul luogo di lavoro. Ci costituiremo parte civile nel procedimento penale che ne scaturira’ per fare valere le giuste pretese risarcitorie a difesa dell’Istituto e dei suoi lavoratori”.

4 commenti

  1. C’è un pronto soccorso carente di personale, sia medici che infermieri, chi entra alle 5 di pomeriggio lo dimettono il giorno dopo…

    0
    0
  2. Pene severissime a chi aggredisce negli ospedali😤😡

    5
    6
  3. Premesso che i problemi non si risolvono con la violenza….ma lasciatemelo dire; certi medici, infermieri o personale socio sanitario sono li per il caro 27 in tasca, senza un minimo di empatia e comprensione nei confronti dei degenti o dei loro parenti… ecco perchè seppur in modo esagerato qualcuno finisce per dare in escandescenza…andrebbero ascoltate entrambe le campane perchè non vi sono poveri e poverini. Cortesemente che non mi venga censurato il commento. Grazie.

    4
    3
  4. Sono assolutamente d’accordo con Domenico. La violenza, è sempre sbagliata, è va sempre condannata. Ma alle volte, alcuni sanitari (medici, infermieri, oss) assumono comportamenti veramente intollerabili. Porti tua madre anziana al pronto soccorso, che non ragiona bene per l’età, e chiedono alla “rincoglionita” cosa accusa, invece di chiedere a chi l’ha portata! Risultato: le hanno fatto tutte le indagini (soldi buttati), ma non l’hanno visitata per la specifica questione per cui è stata portata. Inoltre, 2 ore di fila buone (forse di più), solo per lasciare il mio numero di telefono. E mi hanno telefonato alle 3 di notte, dopo averla portata alle 19. E meno male… in altra occasione non mi hanno proprio richiamato. Come sopra detto, serve empatia. Alle volte, i parenti, hanno informazioni clinicamente utili, per non dire necessarie. E i sanitari, devono avere l’umiltà di ascoltare, subito. Poi, date le informazioni e il numero di telefono, ve la potete tenere anche 5 giorni! Capisco che chi ha meno educazione e meno “modi”, dinnanzi a tutto questo, è portato a caricare un pugno… perché cavolo non mi hai ascoltato quando te l’ho portata? Tu o tuo delegato?

    3
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007