La Procura di Patti ipotizza il peculato per il deputato regionale, nei guai per la determina di incarico a due progettisti a lavoro sull'appalto "Nebrodi ospitalitá diffusa". Chiusura indagine anche per il senatore Bruno Mancuso.
Una determina per il conferimento incarico e il pagamento di 18 mila euro ai due tecnici Carlo Giuffrè e Vincenzo Cordone. Pagamento non previsto nel relativo progetto. E’ questa la vicenda che costa l’ipotesi di reato di peculato a Bernadette Grasso, sindaco di Rocca di Caprileone e deputato regionale, eletta con un gran numero di preferenze all’Ars.
La Grasso è stata avvisata dalla Procura di Patti con l’avviso di conclusione dell’indagine Camelot sugli appalti al comune di Sant’Agata di Militello. Indagine sfociata, a febbraio, in 8 misure cautelari a carico di tecnici e professionisti impegnati negli uffici comunali tra Sant’Agata Militello e Rocca di Caprileone.
Diciannove gli indagati “visibili” già allora, tra cui l’ex sindaco di Sant’Agata Bruno Mancuso, oggi senatore. Adesso si aggiunge alla lista il primo cittadino di Rocca, coinvolta nel filone che riguarda il progetto Nebrodi ospitalitá diffusa.
“Sono sorpresa ed amareggiata che mi venga contestato un fatto di alcuna rilevanza penale, ma allo stesso tempo fiduciosa che dimostreró la mia assoluta estraneità ai fatti”, commenta Bernardette Grasso, che precisa come gli uffici del comune che amministra sono comunque del tutto estranei alla vicenda. Ad indagare sui progettisti dei Nebrodi sono gli investigatori della Squadra Mobile di Messina, diretti da Giuseppe Anzalone, e il commissariato di Sant’Agata di Militello. Per loro il lavoro sugli altri progetti sospetti e gli ulteriori indagati – 47 i soggetti complessivamente coinvolti a vario titolo – va avanti.