Il PG Melchiorre Briguglio ha chiesto la confermma delle 13 condanne inflitte in primo grado nell'operazione "Case Basse". Alla sbarra presunti affiliati ad un clan emergente che gestiva in città spaccio di droga ed estorsioni.
Il PG Melchiorre Briguglio, al termine della requisitoria, stamani ha avanzato le richieste dell’operazione “Case Basse” che ha smascherato un giro di estorsioni e traffico di droga gestito dall’allora clan emergente Barbera-D’Arrigo-Santovito. Un’organizzazione in grande ascesa che nel giro di pochi mesi aveva modificato gli equilibri criminali in città. Al nuovo collegio il Procuratore Generale ha chiesto la conferma delle 13 condanne inflitte in primo grado, il 12 gennaio 2010. Complessivamente Briguglio ha chiesto 114 anni di reclusione. La richiesta piiù pesante, 20 anni, è toccata al presunto boss Daniele Santovito. L’uomo è indicato dai collaboratori di giustizia Salvatore Centorrino e Francesco D’Agostino uno dei giovani emergenti che tentavano di scalzare il boss di S. Lucia sopra Contesse Giacomo Spartà. Queste la altre richieste più pesanti: dodici anni ed 8 mesi per Antonina Strano, la moglie di Santovito, 12 per Giuseppe Astone. 11 anni ed 8 mesi per Concetta Santovito ed 11 anni per Vincenzo Romeo. In realtà queste richieste sarebbero dovute essere avanzate nell’udienza del 20 settembre scorso. Ma improvvisamente era stata scoperta l’incompatibilità del presidente della Corte d’Appello, Carmelo Cucurullo, che aveva fatto parte di un collegio del Tribunale del Riesame che già aveva giudicato altri imputati dell’operazione Case Basse. Un intoppo che ha fatto annullare tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento in secondo grado. IL PG dunque oggi ha dovuto reiterare le richieste di condanna. Il processo è stato aggiornato al 14 ottobre.