Il sostituto della DDA, Giuseppe Verzera ha chiesto che vengano processate 46 persone indagate nell'operazione Coccodrillo. Nel maggio scorso i Carabinieri smantellarono due organizzazioni, una che operava a Messina, l'altra nella provincia tirrenica, che trafficavano ingenti partite di droga con clan palermitani e della locride.
Il sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Verzera, ha chiesto il rinvio a giudizio per 46 persone nell’ambito dell’operazione antidroga “Coccodrillo”. Gli arresti scattarono all’alba del 25 maggio scorso. Le accuse vanno da associazione finalizzata al traffico di droga a detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Per portare a termine l’operazione, i Carabinieri hanno lavorato per cinque anni. Le indagini hanno consentito di smantellare due grosse organizzazioni criminali che trafficavano in droga con i clan palermitani e della locride. A Messina giungevano chili e chili di cocaina, hashish e marijuana. Grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali e pedinamenti gli investigatori portarono a galla un traffico di droga fra l’ organizzazione con base a Messina e i clan di Palermo e della locride. L’altro gruppo, invece, operava sul versante tirrenico della provincia in particolare a Mistretta, Santo Stefano Camastra, Villafranca, Rometta e Patti ed aveva collegamenti a Palermo.
L’organizzazione messinese, capeggiata da Angelo Cannavò acquistava marijuana in provincia di Reggio Calabria e la cocaina e l’ hashish nel palermitano. Tra i fornitori c’era anche una insospettabile 74enne, Rosa Filippone. L’anziana si spostava da Palermo a Messina con un’auto guidata dal nipote. Dietro le sembianze di una tranquilla nonna la Filippone nascondeva nella borsa i panetti di droga che rivendeva a Messina. Il clan della provincia era invece capeggiato dal croato Emil Skenderovic, 28 anni residente a Capo d’Orlando e da Francesco Cotugno, 25 anni di Mistretta. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 14 chili di marijuana ed hashish