Tre ore di interrogatorio per il commercialista, il suo ruolo chiave nella parabola Consoter. I dubbi della Guardia di Finanza sui lavori alle gallerie Giostra-Annunziata.
Dopo il clamore degli arresti, si passa alla fase degli interrogatori. Sono cominciati ieri i faccia a faccia tra il Giudice per le indagini preliminari Maria Vermiglio, che ha firmato i provvedimenti cautelari, e le 16 persone coinvolte nell’operazione Default. Il giudice ieri mattina è stata in carcere per l’interrogatorio di garanzia di Benedetto Panarello.
Il commercialista, assistito dagli avvocati Alberto Gullino e Carmelo Peluso, ha deciso di rispondere, ed ha parlato per circa tre ore, alla presenza anche del Pm Francesco Massara, titolare del caso.
Il professionista ha fornito la propria versione, ha respinto gli addebiti – si è cioè proclamato innocente rispetto ai reati contestati – ed ha chiarito i passaggi delle vicende scoperte dagli investigatori, riducendo ad altri fatti le frasi intercettate dalle cimici dei finanzieri. Per il momento i difensori non hanno avanzato alcuna richiesta al giudice, in attesa che si concluda la tornata degli interrogatori e avuta la possibilità di leggere tutte le carte dell’inchiesta.
Per gli uomini del GiCO, che hanno ricostruito almeno tre “cause” seguite da Panarello e dall’avvocato Andrea Lo Castro, il commercialista era uno degli organizzatori del “sistema” che il legale d’affari teneva in piedi per dirigere a proprio favore le traversìe delle imprese dei loro clienti (LEGGI QUI)
Intanto le pagine del provvedimento cautelare raccontano i retroscena di altre vicende imprenditoriali, oltre a quelle dell’asta del Jolly Hotel. Il commercialista Panarello, ad esempio, secondo gli investigatori gioca un ruolo fondamentale anche nella storia della Consoter. La società, nata alla fine del 2006, già e 2007 si era aggiudicata importanti commesse pubbliche, sia dal Comune di Messina che dall’Anas.
Tra il 2010 e il 2011, ad esempio, proprio la Consoter si era aggiudicata la realizzazione degli impianti di ventilazione, illuminazione, sos ed antincendio all’interno delle gallerie dello svincolo Giostra-Annunziata per due importi da oltre 3 milioni di euro e 428 mila euro circa. Poco dopo la sottoscrizione del secondo contratto, però, la Consoter cedeva alla Conter il ramo d’azienda relativo alle certificazioni necessarie per i lavori pubblici.
Malgrado la cessione, la Consoter continuava a fatturare al Comune di Messina gli importi relativi all’esecuzione dei lavori “che non avrebbe potuto materialmente eseguire – scrive il Gip Vermiglio nell’ordinanza – avendo trasferito le competenze necessarie alla cessionaria. La stessa invece incassava nel tempo la somma complessiva di poco meno di 4 milioni di euro”.
Nello stesso periodo, scopre la Finanza, Rocco Foti, patron dell’azienda, preleva continuamente dai conti della società, ed effettua continui bonifici al figlio Annunziatino. Nel 2012, tra uscite e debiti con Equitalia, la Consoter arriva a sommare un debito di quasi un milione e mezzo di euro. Nel 2016 la società viene sciolta e messa in liquidazione. Dopo tutta una serie di passaggi e scissioni secondo il “sistema Lo Castro”, scrive la Procura di Messina, e con la collaborazione di Panarello contabile.
“..ma il problema è..quando tu vuoi..generarai la…non è che ricadiamo nello stesso problema che abbiamo ora? Con Italia…e che abbiamo avuto con Consoter!! Là ci devono spiegare il perché giusto? Però una cosa che mi preoccupa è…Consoter che veniva da una ditta individuale…è partita bella sistemata e pulita…” dice Panarello.
E Foti commenta: “poi nello spazio di 3 anni..ndamacinammu!”.
Secondo la Finanza, questo è uno dei passaggi che dimostra come il commercialista, alla presenza dell’avvocato Lo Castro, istruisce i Foti su come operare con la Conter per non avere gli stessi problemi riscontrati con la Consoter.
Nel frattempo, per congelare le procedure coattive dei creditori, le quote venivano trasferite integralmente a Orazio Oteri, mero prestanome individuato dai consulenti, secondo gli investigatori.