Operazione Dinastia su mafia a Barcellona: liberi Calabrò e Benenati

Operazione Dinastia su mafia a Barcellona: liberi Calabrò e Benenati

Alessandra Serio

Operazione Dinastia su mafia a Barcellona: liberi Calabrò e Benenati

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venerdì 27 Marzo 2020 - 07:30

Tornano liberi Calabrò e Benenati, arrestati nel blitz antimafia a Barcellona battezzato Dinastia. Secondo i Carabinieri gestiscono il traffico di droga

Tornano in libertà Carmelo Benenati e Mariano Calabrò, arrestati nel blitz antimafia a Barcellona dei Carabinieri battezzato Dinastia.

Il Tribunale del Riesame (presidente Micali) ha accolto la richiesta dei difensori, gli avvocati Pinuccio Calabrò, Alessandro Trovato e Carmen Zarcone, ed ha annullato l’arresto di entrambi, accusati di far parte del clan del Longano e in particolare di essere coinvolti nel business della droga.

Nei giorni scorsi il Collegio delle Libertà aveva rivisto il provvedimento del giudice per le indagini preliminari, sfociato nella retata, ed aveva scarcerato Giuseppe Puliafito, anche lui difeso dall’avvocato Calabrò) e Salvatore Chillari, assistito dall’avvocato Antonio Spiccia. Entrambi sono accusati di essere coinvolti nel traffico di droga.

Per la Direzione distrettuale antimafia, Calabrò è uno degli acquirenti della droga per il clan del Longano, insieme a Benenati. Cocaina, marijuana e hashish le sostanze che avrebbero trattato, almeno fino al 2016. Secondo i Carabinieri, che li hanno intercettati e seguiti per mesi, i due avrebbero anche avuto la disponibilità di una pistola, nel 2013.

L’operazione del Reparto Operativo dei Carabinieri, che hanno lavorato insieme alla Compagnia di Barcellona e al Comando Provinciale, hanno ricostruito i più recenti assetti della famiglia mafiosa barcellonese, mettendo in luce che le leve della gestione erano passati a tanti figli di boss storici.

La collaborazione dei pentiti e le intercettazioni degli investigatori hanno anche svelato come il clan avesse puntato nuovamente sul traffico di droga con Catania e la locride in Calabria, controllando le piazze di spaccio della cittadina e degli altri centri della zona, da Terme Vigliatore a Milazzo.

Il gruppo criminale controllava anche il pizzo sui locali della movida del comprensorio e tante altre attività economiche.

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