Sentenza in primavera per i 10 imputati per trafico di cocaina ed eroina tra Calabria e Mangialupi. La retata del 2000 coinvolse anche un noto medico.

Condanne per tutti, da 10 mesi ai 3 anni e 4 mesi, e la prescrizione di una sola accusa. E’ questa la richiesta che il PM Federica Rende ha avanzato ai giudici della II sezione Penale del Tribunale (presidente Samperi) alla fine del processo Scaturito dall’operazione Doctor.

La sentenza dovrebbe arrivare nella prossima primavera e chiuderebbe così, soltanto per quel che riguarda il primo grado, una vicenda cominciata nell’ormai lontano 2000. E’ in quell’anno infatti che è scattata la retata dei Carabinieri che ha fatto luce su un intenso traffico di droga tra Messina e Calabria.

Un blitz che fece scalpore: gli uomini in divisa sequestrarono oltre 2 chili e mezzo tra cocaina ed eroina ed emerse il ruolo di un noto professionista sanitario, impiegato in un ospedale pubblico. La droga pesante, proveniente da oltre Stretto, era maneggiata e piazzata dagli uomini del clan di Mangialupi, e che avevano tra i clienti anche professionisti e commercianti, la così detta “Messina bene”.

Alla sbarra ci sono esponenti del quartiere fortino cittadino, ancora la piazza principale del traffico di droga pesante, Mangialupi appunto. Aspettano ora la prossima udienza, fissata a marzo 2015. Quattordici anni fa, esattamente l’1 dicembre 2000, furono spiccati i mandati di cattura per personaggi del calibro di Benedetto Aspri, Fabio Tortorella, Antonio Farinella, e altre 12 persone.

Le pene sollecitate ieri dal pubblico ministero possono apparire “lievi” rispetto ai gravi reati scoperti dall’inchiesta del PM Vito Di Giorgio, ma si deve considerare che il processo in questione è una costola di quello principale, e che il “quantum” della condanna è considerato in continuazione con quelle già stabilite precedentemente.