MESSINA – Vico Fede, a Valle degli Angeli, casa di Michele e Francesco Arena, padre e figlio, era il "fortino". Da qui il nome dell'operazione di Polizia che ha portato all'arresto di quindici messinesi per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, e di due calabresi, che erano i fornitori di enormi quantità di droga.
I PERSONAGGI DI SPICCO: GLI ARENA, CORTESE, MERCURIO e ROSACI
La caratura criminale di Francesco Arena era già nota dal 2007, quando era entrato in un altro procedimento penale istruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, perché ritenuto capo di un’organizzazione criminale dedita principalmente allo spaccio di sostanze stupefacenti con approvvigionamenti provenienti dalla Calabria e dall’Olanda.
Anche Michele Arena, padre di Francesco, è figura di assoluto rilievo nel tessuto malavitoso, in grado di imbastire rapporti con altri noti esponenti di spicco della malavita messinese, come Raimondo Messina e Lorenzo Guarnera. Michele Arena era stato scarcerato il 7 agosto 2015 dal carcere di Sulmona, dopo aver scontato una lunga pena.
Altro elemento di primo piano nel sodalizio criminale è Giovanni Cortese, che era già stato arrestato nel 2004 nell’ambito dell’operazione Biancaleo, perché faceva parte di un’altra associazione finalizzata allo spaccio, e denunciato nel 2006, nell’ambito dell’operazione Nemesi, sempre per lo stesso motivo, e sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Era stato arrestato, infine, il 31 maggio 2017, per rapina in concorso alla Banca di credito peloritana di Barcellona.
Paolo Mercurio, invece, era già in carcere perché faceva parte dell’associazione mafiosa di Giostra colpita dall’operazione Totem.
Il sodalizio messinese si riforniva in Calabria. Tra i due arrestati reggini c'è anche Santoro Rosaci, che ha precedenti per associazione mafiosa.