L'operazione era stata condotta nei giorni scorsi dagli uomini della Capitaneria di porto
Convalidato il sequestro del campo di calcio sulla spiaggia di Furci Siculo eseguito nei giorni scorsi dagli uomini della Capitaneria di Porto. Il Giudice per le indagini preliminari ha dato seguito all’operazione con propria ordinanza, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Federica Rende. Con il sequestro era stato evidenziato che “la struttura era stata realizzata senza alcun titolo autorizzativo e si presentava con dei pali in legno che sorreggevano la rete, ma installati in maniera precaria ed approssimativa, tanto da costituire pericolo per la pubblica incolumità”. Da qui il sequestro dell’intera area demaniale marittima per un totale mille metri quadrati e il deferimento di due persone all’autorità giudiziaria, delimitando la stessa con nastro segnaletico e cartelli.
L’intervento a Furci Siculo rientra in una più complessa operazione denominata “Mare Sicuro 2016”, organizzata e coordinata dalla Capitaneria di Porto di Messina nell’ambito di un più ampio contesto nazionale disposto dal Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, mirata a garantire all’utenza un’adeguata e tranquilla fruibilità della fascia costiera messinese. “Con questa azione – sostiene la Capitaneria – preme evidenziare che lo scopo primario della Guardia Costiera è la salvaguardia della vita umana in mare mediante interventi rapidi e tempestivi nonché assicurare la fruizione del mare e delle attività balneari in totale sicurezza e tranquillità, prevenendo eventuali incidenti in mare e lungo i litorali”.
Speriamo che Mare Sicuro 2016 faccia fuori anche le tante barche che pericolosamente popolano le spiagge del litorale.
Speriamo che Mare Sicuro 2016 faccia fuori anche le tante barche che pericolosamente popolano le spiagge del litorale.
Ed i tanti cancelli abusivi che impediscono l’accesso al mare dei cittadini, installati per garantire le “spiagge private” per “pochi eletti”.
Ed i tanti cancelli abusivi che impediscono l’accesso al mare dei cittadini, installati per garantire le “spiagge private” per “pochi eletti”.