Sono stati tutti prosciolti, dal gup di Lecco, gli investigatori della sezione di Messina della DIA accusati di aver manomesso alcune trascrizioni di intercettazioni ambientali. Una riguardava una conversazione sull'omcidio del professor Matteo Bottari, il medico ucciso nel febbraio del 1998.
Il gup del Tribunale di Lecco, Giammarco De Vincenzi, ha prosciolto tutti gli investigatori della Dia di Messina, imputati per falso e calunnia nell’inchiesta “Gioco d’azzardo”. Erano accusati di aver manomesso le trascrizioni di alcune importanti intercettazioni ambientali. Il gup ha quindi prosciolto da tutte le accuse l’allora vice dirigente della sezione messinese della Dia, Aldo Fusco e gli agenti Michele Puzzo, Santo Davi’, Girolamo Broccio e Francesco Miroddi. Si è dunque conclusa l’ultima tranche dell’inchiesta che nel maggio 2005 portò ad una serie di arresti eccellenti. In manette finirono alcuni imprenditori ed un giudice mentre nel registro degli indagati furono iscritti noti professionisti messinesi. Nell’inchiesta finirono gli imprenditori Saro Spadaro e Salvatore Siracusano, l’ex sottosegretario Santino Pagano e il giudice Giuseppe Savoca. Dopo gli arresti furono tutti scagionati e le loro posizioni archiviate. L’inchiesta però non si concluse qui perché a questo punto gli indagati contestarono agli investigatori la trascrizione di una bobina registrata nel 2001, quella che avrebbe contenuto importanti novità sull’omicidio di Matteo Bottari, il medico ucciso nel febbraio del ‘98, e le trascrizioni delle intercettazioni effettuate nello studio del commercialista Giancarlo Panzera. Oggi però per quelle trascrizioni sono stati prosciolti tutti gli investigatori della Dia di Messina.
Mi domando quale interesse avrebbero potuto avere gli investigatori della DIA ad alterare le intercettazioni.
Di fatto, appunto, sono stati tutti prosciolti. Rimane tuttavia in queste persone il danno di immagine per essere stati sottoposti per un periodo nient’affatto trascurabile a sofferenze dovute alla “gogna mediatica”.