Tra i reati contestati traffico di sostanze stupefacenti, usura, estorsione ed organizzazione di corse clandestine di cavalli, maltrattamento di animali. Le indagini avviate nel 2006 subito dopo l'operazione "Case basse",chiarirono l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico ed allo spaccio didroga permettendo di indirizzare l’attenzione su alcuni soggetti che gli investigatori ritenevano appartenenti a gruppi mafiosi del clan Spartà nel quartiere di Giostra e del clan Ferrante - Lo Duca -Ventura nel quartiere di Camaro.
Devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata ai reati contro il patrimonio, estorsione, usura, associazione per delinquere finalizzata al maltrattamento di animali ed all’illecita organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali, violazione alla normativa sulle armi e sulle munizioni le 38 persone arrestate dai Carabinieri che nelle prime ore di oggi hanno fatto scattare l’operazione Gramigna. Così battezzata “Gramigna” per indicare la diffusione delle piccole “consorterie” legate tra loro da vincoli di mutuo socorso e distribuite in tutta la citta’. I provvedimenti cautelari siglati dal gip Antonino Genovese, su richiesta del Procuratore Capo della locale Direzione Distrettuale Antimafia, Guido Lo Forte, e del sostituto procuratore Angelo Cavallo arrivano a conclusione di una lunga attività investigativa avviata intorno alla fine del 2006, subito dopo l’operazione “Case Basse” che aveva permesso di disarticolare il clan mafioso di Santa Lucia sopra Contesse e della Zona Centro.
L’indagine, finalizzata a contrastare il clan riconducibile ai fratelli Giacomo e Antonino Spartà chiarì l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare hashish, marijuana e cocaina, permettendo di indirizzare l’attenzione su alcuni soggetti che gli investigatori ritenevano appartenenti a gruppi mafiosi del clan Spartà nel quartiere di Giostra e del clan Ferrante – Lo Duca -Ventura nel quartiere di Camaro. Le indagini fecero emergere l’organigramma di un sistema delinquenziale che si fondava sull’esistenza di diversi gruppi criminali, tra loro collegati tramite relazioni di mutuo soccorso, in stretta comunione di interessi con un’altra associazione composta da soggetti residenti in Campania ed in altre provincie della Sicilia.
Secondo i militari dell’Arma, al vertice di tutto come promotore ed organizzatore dell’associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ci sarebbe il messinese Davide Puleo, che si riforniva di droga, generalmente marijuana, hashish e cocaina, per poi cederla ai pusher o direttamente ai consumatori. Suoi collaboratori erano Rocco Perrotta, Salvatore Arena e Davide Russo. Questi ultimi due a volte riuscivano a reperire i canali di rifornimento della droga su Catania attraverso Giovanni Agatino Distefano. Da Davide Puleo si sarebbero riforniti anche Salvatore Savasta ( che per lo spaccio si avvaleva anche di Gaetano Savasta, Francesco Libro, Massimo Privitera e Rocco Visalli), ed Emmanuele Balsamo che spacciava la droga servendosi di Daniele Manuguerra.
Nel corso delle indagini, tra il 2006 e il 2008 i militari dell’Arma avevano già proceduto all’arresto in flagranza di 10 persone ed al sequestro di circa 1,7 Kg. di sostanze stupefacenti, tra cui circa 40 grammi di cocaina, circa 500 grammi di hashish ed oltre 1 Kg. di marijuana.
Uno dei canali di rifornimento della sostanza stupefacente veniva individuato dai Carabinieri di Messina in un’associazione operante fra le città di Napoli ed alcune province siciliane, promossa ed organizzata dal messinese Giuseppe Coletta e da Angela Di Marzo, residente a Melito di Napoli, cher, rifornitasi da Luigi Ascione, anche lui residente a Melito di Napoli, raggiungeva la Sicilia per “piazzare” la sostanza stupefacente, consegnandola per la successiva vendita ai palermitani Andrea Lucania e Antonella Mazzara, al trapanese Vincenzo Santangelo ed ai messinesi Tommaso Vadalà e Antonino La Paglia.
Durante le indagini sono poi emerse le responsabilità di Lorenzo Micalizzi, Vito Rizzo e Walter Morici, subentrato ad un soggetto nel frattempo deceduto, nell’attuazione della cosiddetta “truffa dello svizzero”, una forma di raggiro attraverso il quale in tre circostanze sono riusciti ad sottrarre illecitamente del denaro, approfittando dell’ingenuità di persone anziane, non solo in Sicilia ma anche in altre province della penisola, mentre per altrettante 3 circostanze non riuscivano nell’intento proprio grazie all’intervento dei Carabinieri.
Sempre Lorenzo Micalizzi, secondo gli inquirenti, era anche il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata ad organizzare le corse clandestine di cavalli, ai quali venivano somministrati medicinali che ne alteravano le caratteristiche, pregiudicandone la salute. In particolare, Lorenzo Micalizzi, e Domenico Arena acquistavano e gestivano alcuni cavalli destinati alle corse clandestine, ricavandone notevoli profitti, con la partecipazione del veterinario Antonino Di Blasi, che avrebbe consigliato e prescritto farmaci per migliorare le prestazioni degli animali in vista ed in funzione delle corse clandestine.
Sempre nel corso delle indagini è stato poi possibile individuare i responsabili della rapina il 9 dicembre 1999 ai danni di due fratelli che gestivano un distributore di carburanti nel viale Europa. Si tratta di Vincenzo Pergolizzi e di Giuseppe Rizzitano.
Altro filone investigativo di particolare interesse ha permesso di accertare che Vincenzo Pergolizzi e Vittorio De Natale erano molto attivi anche nell’attività usuraria, e gli investigatori sono riusciti a risalire ad alcuni episodi specifici, come ad esempio quelli riguardanti alcuni imprenditori, che a fronte di prestiti di 10mila e 20mila euro dovevano restituire la somma con interessi mensili del 20% . Il GIP ha ravvisato gli estremi del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso a carico di Lorenzo Micalizzi ed Domenico Arena, per aver ricoperto un ruolo di rilievo nell’ambito del clan mafioso messinese di Giostra e a carico di Giuseppe Rizzitano, Orazio Jhonny Faralla e Vittorio De Natale, ritenuti inseriti nel clan mafioso messinese di Camaro. Stamattina la Squadra Mobile ha arrestato sempre per usura nell’ambito dell’operazione “Gramigna” Bartolo Mantineo, 39 anni, Iliana D’Antoni,43 anni, Massimo Burrascano,38 anni, detenuto per altra causa, Cristian Alessandro Burrascano, 33 anni, Giuseppe Burrascano, 41 anni, Nunzio Venuti, 47 anni, Antonia Vento, 39 anni, a cui sono stati concessi i domiciliari. In particolare, a carico di Massimo Burrascano, Iliana D’Antoni, Bartolo Mantineo, Nunzio Venuti e Giuseppe Burrascano sono state accertate e contestate diverse ipotesi di usura con l’aggravante di avere commesso il fatto in danno di chi svolge attività imprenditoriale o artigiana, mentre Antonia Vento è stata ritenuta responsabile di usura e un tentativo di estorsione. Cristian Alessandro Burrascano è accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le persone arrestate dal Comando Provinciale Carabinieri sono:
1. Davide PULEO, inteso “picciriddu”, classe 1987
2. Rocco PERROTTA, classe 1985;
3. Salvatore ARENA, classe 1984;
4. Davide RUSSO, classe 1988;
5. Giovanni Agatino DISTEFANO;
6. Gaetano SAVASTA, classe 1980;
7. Salvatore SAVASTA, inteso “Caramella”, classe 1974;
8. Francesco LIBRO, classe 1973;
9. Massimo PRIVITERA, classe 1974,;
10. Rocco VISALLI, classe 1975;
11. Emmanuele BALSAMO, classe 1981;
12. Daniele MANUGUERRA, classe 1986;
13. Domenico COGLITORE, classe 1980;
14. Alessandro CUCINOTTA, classe 1987;
15. Angela DI MARZO, classe 1963;
16. Antonella MAZZARA, classe 1964;
17. Andrea LUCANIA, classe 1964;
18. Luigi ASCIONE, classe 1969;
19. Giuseppe COLETTA, classe 1957;
20. Maurizio IRRERA, classe 1978;
21. Vincenzo SANTANGELO, classe 1971;
22. Tommaso VADALA’, classe 1976;
23. Antonino LA PAGLIA, classe 1962;
24. Lorenzo MICALIZZI, inteso “U Francisi”, classe 1952;
25. Vito RIZZO, classe 1970;
26. Domenico ARENA, inteso “Micio”, classe 1967;
27. Letterio COLANTONI, classe 1981;
28. Francesco BALLARO’, classe 1978;
29. Emanuele DANARO, classe 1983.
30. Sebastiano STRANO, inteso “Iannì”, classe 1951;
31. Giuseppe RIZZITANO, classe 1976;
32. Orazio Jhonny FARALLA, classe 1989;
33. Francesco PERGOLIZZI, classe 1983
34. Vittorio DE NATALE, classe 1963;
35. Carlo PIMPO cl. 1981
Ai domiciliari vanno:
36. Pietro Paolo CASTELLI, classe 1985;
37. Antonino DI BLASI, classe 1971;
38. Giuseppe FUSCO, classe 1982.
Le persone arrestate dalla Polizia di Stato sono:
39. Massimo BURRASCANO, classe 1973;
40. Iliana D’ANTONI, classe 1968;
41. Giuseppe BURRASCANO;
42. Bartolo MANTINEO, classe 1972;
43. Cristian Alessandro BURRASCANO, classe 1978;
44. Nunzio VENUTI, classe 1964;
Ai domiciliari va
45. Antonia VENTO, classe 1972.
ke bella operazione ogni tanto ci vuole un pò di pulizia complimenti all’arma e alla polizia di stato
bene bravo al commentatore ora che dite un po di pulizia facciamola nei PALAZZACCI .a voglia quanto materiale ce e purtroppo non succede mai niente tanto la sera CENANO TUTTI ASSIEME E IL SABATO E LA DOMENICA SONO ALLE ISOLE PER DECIDERE COSA FARE SEMPRE PER I SUOI INTERESSI .OU MICA PER LA MIA CITTA CHE STA MORENDO SOLO PER LORO DAI FACCIAMO STA PULIZIA NEI DUE PALAZZACCI.O LA NON SI TOCCA.
Complimenti vivissimi al Procuratore ed a tutti gli inquirenti! Purtroppo si tratta di personaggi ben noti. Ma stavolta spero proprio che la sentenza finale attribuisca a tutti gli indagati l’associazione a delinquere! Così non li vedremo girare per strada, con la solita arroganza che li contraddistingue, per tanti anni! Evviva il Procuratore Capo Guido lo Forte!!!