Spaccio di cocaina tra Catania e Giarre: 4 arresti

Spaccio di cocaina tra Catania e Giarre: 4 arresti

Veronica Crocitti

Spaccio di cocaina tra Catania e Giarre: 4 arresti

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mercoledì 09 Dicembre 2015 - 19:48

Tre dei quattro arrestati si trovano adesso nella Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza, mentre D’Angelo è stato preso in serata nel litorale Romano.

Associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. E’ questa l’accusa che grava sul capo di quattro catanesi, coinvolti nell’inchiesta Intreccio, ed arrestati oggi dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina, insieme ai colleghi di Catania. Si tratta di Luigi Arena, 24 anni, Antonio Cosentino, 26 anni, Agatino Ecora, 25 anni, e Vincenzo D’Angelo, 39 anni, tutti di Catania.
Un’operazione vastissima che, il 17 luglio 2014, si era conclusa con l’arresto di 11 persone dedite al traffico di droga nel capoluogo etneo.
L’indagine, scattata nel 2011, si era protratta per un anno ed aveva fatto luce sull’esistenza e l’operatività di una cellula criminale autonoma, dedita al traffico ed allo spaccio di droga principalmente a Catania centro e Giarre.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, erano riusciti a sgominare un’agguerrita banda criminale che spacciava soprattutto cocaina. Tutto ruotava attorno alla figura di Vincenzo D’Angelo (chiamato lo “zio”) che si occupava della gestione dell’organizzazione con autorevolezza, impartendo ai suoi “sottoposti” le disposizioni per l’acquisto e rivendita della droga, per la tenuta della contabilità, per la raccolta del denaro e per la puntuale riscossione dei crediti.
Accanto allo “zio” spiccava la figura di Antonino Cosentino (che aiutava soprattutto nell’approvvigionamento della droga) mentre Ecora si occupava della riscossione crediti. Arena, invece, era dedito alla vera attività di spaccio.
Nel corso delle indagini, inoltre, gli inquirenti hanno accertato come gli spacciatori preferissero i contatti diretti con i clienti, piuttosto che usare i cellulari. Quando erano costretti però, adottavano particolari cautele per “criptare” le conversazioni parlando di “motorino”, “macchina” o “camion” per intendere lo quantità dello droga da spacciare. In qualche caso il quantitativo veniva indicato con il valore corrispondente (ad esempio “50 euro”).
Tre dei quattro arrestati si trovano adesso nella Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza, mentre D’Angelo è stato preso in serata nel litorale Romano. (Veronica Crocitti)

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