Il venir meno delle esigenze cautelari dovuto pure alla «disarticolazione del centro di potere strutturato che faceva capo al Catanoso e allo Zimbone»
Il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Quaranta ha rigettato la richiesta d’interdizione avanzata dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti di 8 indagati dell’inchiesta Magnifica che ha riguardato l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, accusati, vario titolo, di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’inchiesta
Lo scorso 21 aprile erano stati interdetti dal servizio il rettore Santo Marcello Zimbone e il prorettore vicario Pasquale Catanoso, sospesi rispettivamente per 10 e 12 mesi. La Guardia di finanza, in quella circostanza, aveva fatto luce su una serie di concorsi pilotati ma anche su irregolarità nella gestione degli appalti e sull’utilizzo delle auto e delle carte di credito dell’Ateneo per scopi personali.
«Cade il rischio di reiterare i reati»
L’ordinanza di rigetto dell’interdizione per gli altri indagati è stata emessa oggi dopo che, nei giorni scorsi, si sono conclusi gli interrogatori preventivi disposti dallo stesso gip.
Pur permanendo la gravità indiziaria, il giudice per le indagini preliminari non ha riconosciuto le esigenze cautelari per i docenti universitari Claudio Roberto Maria De Capua, Philipp Fabbio, Giovanni Gulisano, Martino Milardi, Francesco Carlo Morabito, Rosa Marina Tornatora, Michele Trimarchi e Agostino Urso. Nei loro confronti, infatti, in merito al rischio di «reiterazione dei reati», il gip Quaranta ha ritenuto che «non sia attuale il pericolo che, se non sottoposti a misura cautelare interdittiva, possano commettere nuovi reati».
Nell’ordinanza il giudice ha inoltre sottolineato come «l’assenza allo stato di esigenze cautelari» a carico degli indagati sia dovuta anche alla «disarticolazione del centro di potere strutturato che faceva capo al Catanoso e allo Zimbone».