Nomi e condanne del processo per 24 persone dopo il blitz anti droga della Polizia in via Seminario Estivo. Scagionati 7 imputati
Sono 17 condanne quelle decise alla fine del processo di primo grado dell’operazione Market Place, l’inchiesta della Polizia sull’enorme giro di droga, h24 e porta a porta, in via Seminario Estivo a Giostra. Altri sette imputati sono invece stati scagionati dai giudici di primo grado che si sono occupati della vicenda e ai quali l’Accusa un mese fa aveva chiesto condanne per tutti.
Nomi e condanne per il traffico di droga
Ecco la sentenza decisa oggi dal Tribunale (presidente Francesco Torre): 25 anni per Antonio Bonanno; 1 anno e 2 mesi per Massimo Ingemi, Marco Fazio; 11 anni e 2 mesi per Davide Puleo; 1 anno e un mese per Maximilian Joachim Attardi, Alessandro Bombaci, Carmelino Ingemi, Santo Giannino, Marco Trimboli; 12 anni e 4 mesi per Alessandro Ragonese; 5 anni e 2 mesi Santo Pizzi; 10 anni e 10 mesi per Alessandro Samuel Urbino; 12 anni per Antonino Stracuzzi; 2 anni per Antonio Ardizzone; 10 anni per Veronica Vinci e Luigi Vinci; 2 anni e un mese per Melania Gallo.
Assolti da tutte le accuse: Giuseppa Brigandì, Rosa Bonanno, Natale Viola, Marzia Agliolo Quartalaro, Edoardo Puglisi, Natale Paratore. Non doversi procedere per prescrizione, infine, per Antonina Assenzio.
A rappresentare l’Accusa al processo è stato il Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Francesco Massara, che nei mesi scorsi ha raccolto le dichiarazioni di alcuni protagonisti del traffico di droga. Fondamentale la collaborazione con la giustizia di Gianfranco Bonanno, che non ha più il programma di protezione per vie di presunte “scorribande” avvenute nella località dove era stato trasferito. L’uomo era tra i principali referenti di tutte le piazze di spaccio cittadine per i rapporti con i trafficanti calabresi e quando si è pentito ha svelato perciò molti retroscena del giro di droga a Messina.
L’indagine sulla Scampia di Messina
L’inchiesta aveva preso le mosse dall’agguato a Gaetano e Paolo Arrigo, padre e figlio, il 25 gennaio 2017. Già nel settembre 2016 un altro componente della famiglia Arrigo aveva subìto un attentato simile e, in un’altra occasione, dentro un bar, venivano esplosi colpi d’arma da fuoco verso persone lì riunite, che avevano precedenti di polizia. Tutto a Giostra. Era chiaro agli investigatori che era in corso un vero e proprio scontro per la leadership in un affare criminale del rione.
Le cimici collocate dalla polizia nelle palazzine di via Seminario Estivo, che il pentito Minardi definì appunto “la Scampia di Messina”, svelarono lo spaccio continuo, giorno e notte, negli atri e nei cortili, di cocaina, marijuana, hashish, skunk. Una “roccaforte”, munita di videosorveglianza per controllare gli accessi e, tramite schermi in casa, l’eventuale presenza delle forze dell’ordine. Per evitare presenze indesiderate, anche le vedette e il “passaparola” tra i condòmini e i clienti. Il giorno della retata è scattato anche il sequestro di denaro, auto e altri beni per 300 mila euro.