Dai social al dibattito pubblico, associazionismo in movimento a Tortorici, che rifiuta l'etichetta di mafiosità
Nomafia non è soltanto un hashtag. E’ il simbolo di una Tortorici che vuole gli sia riconosciuto il proprio unico “marchio”, quello di una comunità operosa e onesta. Comunità che oggi si sente ferita, perché il clamore dell’operazione Nebrodi rischia invece di affibbiargli marchi affatto onorevoli, dovuti all’azione di di solo una minoranza di abitanti.
Tortorici, quindi, oggi reagisce all’operazione antimafia Nebrodi e le sue migliori energie fanno quadrato, con la voglia di dare ancora maggior risalto all’immagine migliore e autentica del paese. Così, se nei giorni del blitz e quelli successivi la “protesta” ha spopolato su Facebook dietro gli hashtag #nomafia e #tortoricinonèmafiosa, oggi all’interno del mondo dell’associazionismo si è aperto un vivace confronto per capire se è possibile concertare un’azione visibile comune.
Si pensa per esempio ad una manifestazione pubblica, che è ancora soltanto una ipotesi in discussione, e si valutano tutte quelle possibili iniziative che possano animare ancora maggiormente la socialità della comunità, di una Tortorici che è sempre stato uno dei centri più attivi, sotto il profilo dell’associazionismo, sportivo e non.
“Ben vengano le operazioni della magistratura, ci speriamo sempre. Il fenomeno mafioso esiste e non vogliamo negarlo, ma non siamo omertosi né mafiosi, siamo gente che lavora alacremente, con le sole proprie forze e con enormi sforzi, tanto da non avere neppure il tempo di guardarci indietro e capire cosa accade fuori, a volte. Per questo questa immagine di Tortorici capitale della mafia ci fa male e ci scoraggia prima ancora che offenderci. Tortorici ha tanti aspetti belli, ha un artigianato famoso nel mondo, una produzione agro alimentare d’eccellenza, un patrimonio architettonico suggestivo”, dice Lidia Calà, presidente della Pro Loco Tortorici.
(nella foto, Lidia con uno dei prodotti tipici oricensi a base di nocciole)
In questi ultimi anni l’associazione è stata attivissima nel contribuire a creare eventi di richiamo e sostenere quelli già esistenti, richiamando nel centro collinare nebroideo moltissimi visitatori. Lidia è una pasticcera che offre i prodotti tipici oricensi, alcuni unici nel suo genere e sempre più apprezzati.
Tra le materie prime predilige la nocciola, anche per rilanciare la produzione che una volta era “l’oro dei Nebrodi” . La sua famiglia porta avanti la promozione dei prodotti agricoli di qualità, opera come Lidia per il rilancio dell’agricoltura e per far rinascere il lavoro con la terra.
Non è l’unica. A lanciare gli “hastagh contro” è stato Andrea Vitanza, presidente dell’Usd Tortorici Calcio, giovanissimo ma già impegnato quotidianamente a occuparsi dei più giovani, coinvolgendoli nello sport perché crescano sani, lontani da valori “altri”. Il settore giovanile sportivo, non soltanto calcistico, è numeroso ed ha spesso espresso realtà di ottimo livello, negli anni.
Domenica a Tortorici si celebra l’ottava di San Sebastiano, il protettore festeggiato solennemente ieri. Una occasione di promozione turistica ma soprattutto un momento di devozione che unisce tutta la comunità. La festa si è svolta regolarmente ed è stata molto partecipata, malgrado il “terremoto” che dal piano giudiziario è ieri trasceso a quello politico.
“San Sebastiano è di tutti”, dicono i fedeli “ma è soprattutto dei tortoriciani onesti”, sottolineando che da sempre la devozione al santo martire nel centro nebroideo non ha mai risentito della presunta “cappa” mafiosa.
Gli esponenti delle famiglie storicamente coinvolte nelle inchieste giudiziarie più pesanti non hanno preso parte alla vita dell’associazionismo religioso, la statua del santo, in processione, non ha mai fatto “inchini” ad alcun balcone. Al contrario, i punti di ristoro della processione, raccontano i fedeli, sono i presidi di legalità, come la caserma dei Carabinieri o il presidio della Forestale.