Per il presidente Morra se a Roma non si capisce la gravità della situazione, la colpa non può essere addossata alla sola Calabria
«Non ci si deve stupire, come fanno tanti. Le mafie, ed in particolare la ‘ndrangheta, sono bravissime nel presentarsi come realtà insospettabili. E poi ti fregano». – lo scrive su facebook il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra commentando le 43 misure cautelari odierne emesse grazie ad una operazione della Direzione Distrettuale antimafia di Roma. «La DIA, avendo competenze particolari e consolidate in ambito economico, ha intuito quanto stava avvenendo ed è intervenuta, con un’operazione svoltasi sia a Roma sia in Calabria, ove fra l’altro è stato tratto in arresto un sindaco del reggino».
«Tutti però – prosegue il Presidente Morra – possiamo leggere certi segnali, possiamo intuire certe trasformazioni. La ‘ndrangheta è, oggi, fra le realtà criminali più pericolose del pianeta. Ed ancora noi in Italia la tolleriamo, combattendola blandamente. Chi l’ha apertamente sfidata (vedi Gratteri ad esempio) è costretto a vivere in condizioni di privazione della libertà personale perché lo Stato non reagisce con la dovuta fermezza e con la necessaria prevenzione, dissuadendo la popolazione calabrese a dare fiducia ad una struttura organizzativa capace incredibilmente di riempire i vuoti lasciati dallo Stato, che in quella terra, scusate il gioco di parole, spesso è latitante». «Per questo non stupisce – conclude Morra – che si scoprano ‘ndrine e locali di ‘ndrangheta un po’ dappertutto, e non solo in Italia. Ma se a Roma non si capisce la gravità della situazione, la colpa non può essere addossata alla sola Calabria».