I Carabinieri hanno arrestato 11 persone, appartenenti a due organizzazioni criminali, dedite, rispettivamente, al traffico ed allo spaccio di stupefacenti ed ai furti di mobili in abitazioni. Base operativa era il rione Mangialupi
E’ scattata alle prime luci dell’alba di oggi l’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere nei confronti di 11 persone, ritenute appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, che avevano base nel rione Mangialupi del capoluogo peloritano ed erano dedite, rispettivamente, una al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, mentre l’altra alla commissione di furti. In manette per associazione finalizzata ai furti in abitazione sono finiti Antonino Annetti, 52 anni, Gennarino Briganti, 59 anni, Natale Cardile, 52 anni, Alessandro Cutè, 56 anni , Giovanni Cutroneo, 49 anni e Salvatore Noschese, 59 anni. Durante le indagini i Carabinieri hanno anche individuato una cellula di spacciatori che gestiva a livello familiare un’organizzazione dedita allo spaccio di droga che aveva la sua base operativa nel rione Mangialupi e che riforniva anche centri come Enna. Cocaina, eroina, hashish e marijuana arrivano da Palermo, Catania e Reggio Calabria. Le manette per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti sono scattate ai polsi di Antonino Cutè 34 anni, figlio di Alessandro, Alessio Coppolino, 23 anni, Santino Guigliotti, 33 anni, cognato di Giuseppe Lo Cascio, 26 anni e la sorella Concetta, 34 anni. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Giovanni De Marco su richiesta dei sostituti della Dda Giuseppe Verzera e Maria Pellegrino. Ventotto le persone indagate, tra di loro anche antiquari messinesi. Tra aprile e dicembre 2008 le indagini dei militari dell’Arma hanno accertato almeno 34 furti tentati e consumati dal gruppo criminale che prendeva come bersaglio le abitazioni signorili e le ville in città e provincia tra Messina e Catania. Furti che venivano eseguiti in maniera chirurgica asportando durante sopralluoghi dei campioni di mobilio antico da far vedere ad intenditori. Se il mobile era di valore o qualcuna lo aveva richiesto veniva rubato. Per essere certi dell’assenza di inquilini nella casa individuata il gruppo metteva dei depliant tra le fessure dei portoni d’ingresso. Se il foglio era ancora lì quando tornavano, avevano la certezza che nessuno era entrato in quell’abitazione e agivano indisturbati.
ART.21 COSTITUZIONE. Scrissi che la malavita di MANGIALUPI infetta un quartiere tranquillo, come fu PROVINCIALE, abitato da tutte le classi sociali, soffocate da questa invasione delinquenziale e dalla linea ferrata del tram, che ha devastato una delle più belle prospettive di Messina, la piazza antistante la chiesa di S. Maria di Gesù. Traumatizzante urbanizzazione, permessa da quella Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, quella piazza era un bene culturale, complice della devastazione della nostra città, autorizzando di tutto, comprese quelle sopraelevazioni, che deturpano la città storica, mettendo a rischio la sicurezza dei messinesi. Ritornando a PROVINCIALE, la Procura della Repubblica dovrebbe indagare sugli intrecci DENARO SPORCO e ATTIVITA’ COMMERCIALI, mentre il signor Prefetto dovrebbe favorire un sistema di interforze, carabinieri,polizia,finanza e polizia municipale, per riconquistare il territorio alla legalità, compreso il codice della strada, un territorio che ha le caratteristiche di zona franca per la malavita organizzata e non. OSCURO è il silenzio assordante dei Consiglieri della Circoscrizione.
La NAUSEA che viene a commentare certe notizie è scontata. Quei nomi non sono certo nuovi. Provinciale un quartiere tranquillo? Infettato da Mangialupi? Questa è una barzelletta. Piuttosto un quartiere “autosufficiente” nelle sue attività compreso lo spaccio grazie alla sua vicinanza con Maregrosso. La procura della Repubblica dovrebbe injdagare non solo su Provinciale dove, mi sembra anzi che abbia già iniziato, ma in tutta Messina ad iniziare dalla centralissima via Primo Settembre per risalire ai .. grandi magazzini dell’ingrosso, ai santuari intoccabili, alle connivenze non indagabili …normalmente, al patto di non belligeranza che quartieri malavitosamente rivali hanno dovuto stringere perché acquistati da una organizzazione più forte.
L’idea romantica del malavitoso è folkloristica, siamo da tempo alla globalizzazione del malaffare. Quelle che vediamo sono filiali apparentemente diverse che fanno riferimento allo stesso gruppo.
Filiali che invece di specializzarsi in un settore malavitoso specifico sono interscambiabili, come i partiti politici come i canali televisivi come i mercenari delle squadre del calcio.
Che diritto avrebbe un quartiere di essere più vivibile rispetto ad un altro? Per una città che ormai è solo un nastro di case accozzate i quartieri sono solo una convenzione circoscrizionale.
ART.21 COSTITUZIONE. Caro GIACOMOPRIMO, il mio commento mancava di un ANCHE, ” Scrissi che ANCHE la malavita di MANGIALUPI infetta…. ” , per il resto sono pienamente d’accordo con le tue riflessioni, ANCHE se ti invito ad essere più cauto ad apostrofare, come una BARZELLETTA, questioni cosi serie.
per fare quello che dice lei,bisogna prima fare scomparire il KAIMANO,portare aventi tanti CROCRTTA ed aspettare 4 anni per sdradicare i malavitosi ed abbuffini.I consiglieri? ZERO ASSOLUTO..