Nell'udienza preliminare il Gup Arena ha condannato quattro imputati con il rito abbreviato e ne ha rinviati a giudizio due. Avrebbero fatto parte di due gruppi di Mangialupi che si occupavano di furti di mobili antichi e di spaccio di droga. Gli arresti dei Carabinieri scattarono nel gennaio scorso.
Si è conclusa con quattro condanne e due rinvii a giudizi l’udienza preliminare dell’operazione Savana che il 17 gennaio scorso portò all’arresto di 11 persone appartenenti a due gruppi legati al clan di Mangialupi. Le organizzazioni avevano compiti ben precisi. Una si occupava di furti in appartamento, soprattutto di mobili antichi, l’altra di spaccio di droga. Oggi il gup Maria Teresa Arena ha condannato in abbreviato, Maria Burrascano a 2 anni e 4 mesi e tremila euro di multa, Concetta Lo Cascio, a 4 anni e 4 mesi e ventimila euro, Alessio Coppolino a 4 anni e 2 mesi e ventimila euro e Santino Gugliotti a 4 anni e 6 mesi e ventiduemila euro. Sono stati rinviati a giudizio al 14 novembre prossimo Giovanni Cutroneo e Giuseppe Lo Cascio. Rinviata a domani la discussione per Antonino Cutè. Inizialmente sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori era finito il filone dei furti in abitazione. Furti che tra aprile e dicembre 2008 sarebbero stati addirittura 34 compresi quelli falliti. La banda ripuliva prevalentemente antiche ville o abitazioni molto eleganti, a Messina e in provincia di Catania, dove presumevano di poter razziare oggetti preziosi. I ladri effettuavano dei veri e propri sopralluoghi, si impossessavano di qualche campione di mobilio, lo sottoponevano all’attenzione di qualche esperto e se si trattava di roba di valore tornavano alla carica svaligiando l’abitazione.