Condannati i referenti messinesi dei trafficanti di droga di Africo, lo spaccio avveniva in una panineria del centro di Messina
Sono 10 condanne quelle decise alla fine del processo “Scipione”, l’indagine dei Carabinieri sugli spacciatori di centro città a Messina che si rifornivano di droga dalla ‘ndrina Morabito di Africo.
Cinque mesi fa il Pubblico ministero Antonella Fradà, che rappresenta l’Accusa, ne aveva chieste 11, tra i 2 anni e mezzo e i 20 anni.
Ecco il verdetto di oggi: 20 anni per Angelo Albarino, 10 anni per Salvatore Favasuli, 8 anni per Giovanni Bonanno, 12 anni e mezzo per Santo Chiara, 8 anni e 8 mesi per Giovanni Morabito, 2 anni e 4 mesi per Fortunato Calabrò, 6 anni per Giuseppe Coco, 6 anni per Costantino Favasuli, 4 anni e mezzo per Orazio Famulari ,7 anni per Stefano Marchese, 1 anno e 8 mesi per Maria Visalli.
L’operazione dei Carabinieri è scattata il 1 aprile scorso ed ha messo fine ad un intenso traffico di droga tra la Calabria e Messina. Gli uomini di Giovanni Morabito detto “Ringo” nipote di U Tiradrittu e tristemente famoso in città per aver sparato in volto alla sorella, nel 2006 rea soltanto di aver una relazione con un impiegato di Questura a Messina ed essere diventata madre, commerciavano con i messinesi e spesso venivano in città per portare hashish, marijuana ma anche droga pesante.
Più di uno i referenti dei calabresi, tra i quali Giuseppe Selvaggio, che poi si pente e conferma tutto agli investigatori. I carabinieri del Reparto Operativo sapevano già tutto: avevano piazzato delle preziose cimici e telecamere fuori dalla sua abitazione di Santa Lucia sopra Contesse, filmando le consegne dei calabresi. Molto intenso il traffico, dalla consegna e lo spaccio, anche in una centralissima panineria di via Cesare Battisti, vicino l’Università.