Il pentito Selvaggio chiede l'abbreviato al processo Scipione sul traffico di droga tra Messina e Calabria
Vuole chiudere la partita in udienza preliminare anche Giuseppe Selvaggio, il pentito coinvolto nell’operazione Scipione sul traffico di droga tra la città dello Stretto e la Calabria scoperto dai Carabinieri di Messina.
L’ex spacciatore della zona sud è comparso ieri davanti al Giudice per l’udienza preliminare Eugenio Fiorentino ed ha chiesto di essere ammesso al processo abbreviato anche lui, come hanno fatto gli altri imputati per i quali il giorno prima la Procura ha chiesto 11 pesanti condanne. La stessa richiesta è stata avanzata da Stellario Brigandì e Rinaldo Chierici.
Il giudice Fiorentino ha chiesto però di astenersi perché in precedenza ha già giudicato in abbreviato un altro imputato, quindi sarebbe incompatibile. Tutto è stato perciò rinviato al prossimo 27 novembre per decidere sulla richiesta del GUP di passare il fascicolo ad un altro giudice. Quel giorno si deciderà anche dell’istanza dell’avvocato Salvatore Silvestro che ha chiesto di riunificare la posizione di questi tre imputati con le altre 11 persone che torneranno in aula per il processo, davanti al Gup Curatola, il 25 febbraio prossimo. Per loro la sentenza dovrebbe arrivare ad aprile del 2021.
Hanno preferito proseguire col rito ordinario, invece, Carmelo Russo e Francesco Esposito, che sono stati rinviati a giudizio ed affronteranno il processo davanti ai giudici di I grado a partire dalla prossima primavera. Rinvio anche per Grazia Testa, moglie di Selvaggio. Il legale lo ha domandato per valutare se accedere anche lei al processo abbreviato. Difendono gli avvocati Domenico Andrè, Giuseppe Carrabba e Silvestro.
Si allunga, quindi, il numero degli imputati che vanno verso il giudizio a primavera del 2021. Alla sbarra ci sono i protagonisti di due anni di intenso spaccio di droga nella zona centro della città, dove la base del giro era una panineria di via Cesare Battisti, a lato del plesso centrale dell’università, e dove la droga arrivava da Africo, con gli esponenti della potente ‘ndrina dei Morabito che facevano la spola tra la Calabria e Messina per consegnare hashish e cocaina.
L’inchiesta è partita dopo la sparatoria al Cafè Sur La Ville di via Regina Margherita, il 27 settembre 2016, quando qualcuno arrivò, casco calato in volto e ciclomotore a tutto gas, esplose due colpi di fucile contro Albarino, Brigandì e altre due persone con loro seduti al bar e fuggì senza lasciare traccia.