Autisti Atm. "La Barrile ha segnalato tre nomi a De Almagro"

Autisti Atm. “La Barrile ha segnalato tre nomi a De Almagro”

Marco Ipsale

Autisti Atm. “La Barrile ha segnalato tre nomi a De Almagro”

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venerdì 03 Agosto 2018 - 04:09

Secondo il giudice, i criteri di selezione sono stati modificati per lasciare margine di discrezionalità. In particolare, in un caso non sono stati fatti i dovuti controlli

"La Barrile, insieme ad Ardizzone, ha più volte fornito al direttore generale dell’Atm, Daniele De Almagro, documentazione amministrativa sui rapporti tra Comune di Messina e Atm, senza che lui ne abbia fatto richiesta ufficiale. Gli ha inoltre promesso sostegno politico per un eventuale rinnovo dell’incarico di direttore amministrativo dell’Atm, nonostante fosse stato nominato dalla giunta Accorinti, di schieramento opposto". E' quanto scrive il giudice Tiziana Leanza nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto, ai domiciliari, della Barrile, e alla sospensione per sei mesi dal pubblico ufficio di De Almagro.

Ombre anche sulla selezione affidata alla Temporary per i nuovi autisti dell’Atm. "De Almagro ha segnalato alla società tre nomi indicati dalla Barrile che avrebbero dovuto superare la selezione, uno dei quali, Francesco Macrì, è stato indebitamente collocato in graduatoria in posizione utile e assunto. De Almagro chiama la Barrile per chiederle, utilizzando termini convenzionali (“tre delibere") il cui reale significato si traeva tuttavia dai toni utilizzati e dal complessivo tenore della conversazione, di fargli pervenire i nominativi dei tre soggetti da segnalare per l'assunzione". Al termine della selezione, ottenuta la conferma dell'assunzione di Macrì, la Barrile chiama Ardizzone: "Ne abbiamo sistemato un altro!".

Inizialmente la procedura di selezione era articolata originariamente in quattro diverse fasi: fase dell'analisi, fase della ricerca, fase della selezione e fase della presentazione dei candidati. Poco dopo la scadenza del termine per presentare le domande, fissato al 13 febbraio 2016, con nota a firma congiunta del direttore amministrativo dell'Atm, De Almagro, e del direttore generale Foti, datata 18 febbraio 2016, l'azienda pubblica modificava sensibilmente i meccanismi di selezione dei candidati, riducendo l'iter selettivo a due sole fasi: un primo passaggio che prevedeva l'applicazione di tre criteri aziendali (esperienza lavorativa di autista di mezzi di trasporto di persone; criterio aziendale dell'età; criterio aziendale della residenza) e di due criteri sociali (carichi familiari e anzianità di disoccupazione), e un secondo passaggio in cui i cinquanta candidati che avevano ottenuto il maggior punteggio sarebbero stati sottoposti a un colloquio, con cui veniva attribuito loro un ulteriore punteggio.

"Non v'è chi non veda – scrive il giudice – come l'intervento "semplificatore" effettuato dall'azienda si sia di fatto tradotto nell'eliminazione di quei criteri selettivi che consentivano una oggettiva valutazione delle competenze dei candidati (quali la somministrazione di test o l'effettuazione di prove tecniche) a vantaggio di criteri che, per contro, lasciavano ampio margine di discrezionalità ai selezionatori nell'individuazione dei soggetti idonei. Le nuove, e molto più elastiche regole di valutazione, consentivano al candidato sponsorizzato dalla Barrile di collocarsi nei primi posti in graduatoria nonostante egli non avesse alcuna competenza specifica quale autista di autobus. In particolare, al Macrì veniva inspiegabilmente attribuito il punteggio massimo, pari a dieci, alla voce ”esperienza lavorativa di autista di mezzi di trasporto di persone ", sebbene nel suo curriculum non avesse indicato di avere svolto attività come conducente di autobus". Poi "per il criterio di anzianità di disoccupazione, Macrì ha prodotto documentazione mendace, senza che sia stata fatta alcuna verifica, ottenendo anche qui il punteggio massimo, pari a cinque, invece che zero. L'assunzione di Macrì – conclude il giudice – è stata pilotata da De Almagro in cambio dell'appoggio politico della Barrile".

I difensori di De Almagro, gli avvocati Vittorio Di Pietro e Maristella Bossa, "evidenziano che il loro assistito dichiara fermamente di essere del tutto estraneo ai fatti e che chiarirà la propria posizione nel corso dell'interrogatorio".

Un commento

  1. Chissà quante schifezze simili vengono commesse da questo tipo di gente senza che se ne sappia nulla!

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