Operazione Totem: condanne "da rifare" per il clan Tibia

Operazione Totem: condanne “da rifare” per il clan Tibia

Alessandra Serio

Operazione Totem: condanne “da rifare” per il clan Tibia

giovedì 06 Giugno 2024 - 07:00

Professionisti scagionati ma la sentenza è da rifare per gli uomini di Giostra legati allo storico esponente.

Messina – Cambia ancora il quadro processuale dell’operazione Totem, l’inchiesta dei Carabinieri sugli affari del “nuovo” clan di Luigi Tibia a Giostra. Nella tarda serata di ieri sera la Sesta sezione della Corte di Cassazione ha deciso sulle richieste degli avvocati e della Procura generale e ha “rivisto” in parte la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina nel 2022.

Il clan di Tibia, cosa cambia

In sostanza, rispetto alle precedenti sentenze, la Suprema Corte ha scagionato i professionisti, che escono dal processo. Processo che li vedeva accusati di aver consentito le infiltrazioni nella gestione dei beni confiscati del boss di Giostra e dei suoi uomini. Diventano definitive invece le condanne per Tibia e i suoi. Il quantum delle condanne è però da ricalcolare. Questo perché la Suprema Corte ha confermato la loro responsabilità in tutti i reati contestati, rendendole definitive, ma ha chiesto alla Corte d’Appello di Messina di rivedere il verdetto, valutando di applicare “in pejus” la condanna, appunto.

La sentenza della Cassazione

La Suprema Corte ha annullato senza rinvio le condanne dei commercialisti Pietro Gugliotta ed Edoardo Morgante, che nel 2022 avevano chiuso il secondo grado con una condanna a poco più di due anni. Per loro è un annullamento senza rinvio: le condanne sono cioè cancellate. Da rifare invece il processo per Vincenzo Misa, condannato a 12 anni per associazione. Gugliotta e Misa sono difesi dall’avvocato Salvatore Silvestro, Morgante dall’avvocato Carlo Autru Ryolo.

La Suprema Corte ha rimandato alla Corte d’Appello anche la condanna di tutti gli altri imputati: responsabilità confermata per tutti i reati per i quali sono stati condannati, ma sono da rivalutare i “quantum” delle condanne decise, che secondo la Cassazione sono da “aggravare”. Condanne più pesanti in vista, quindi, per tutti.

La sentenza d’appello

Nel 2022 le condanne erano state queste: 13 anni per Paolo Aloisio, Giuseppe Schepis, Antonio Musolino, Giuseppe Molonia e Paolo Mercurio; 14 anni per Massimo Bruno e Teodoro Lisitano, 13 anni e mezzo Luciano De Leo e Calogero Smiraglia; 12 anni a Vincenzo Misa, 19 anni a Tibia. Infine 2 anni e mezzo al commercialista Pietro Gugliotta, 2 anni e 2 mesi ad Edoardo Morgante, un anno e 10 mesi a Giacomo Russo.

La retata a Giostra e il business dei totem scommesse

Il blitz dei Carabinieri e della Polizia scattò circa 5 anni fa: militari dell’Arma e la Direzione distrettuale antimafia di Messina monitorarono a lungo Tibia, scoprendo che malgrado i guai con la giustizia e i sequestri, continuava a gestire diverse attività, volendosi ingrandire negli affari, gestendo lidi e altri esercizi commerciali. Nel mirino dei militari anche i “totem” collocati dal clan di Giostra nei vari bar e altri negozi da loro controllati. Da qui il nome dell’operazione.

Impegnati nelle difese anche gli avvocati Nico D’Ascola, Giuseppe Donato, Alessandro Billè, Giuseppe Serafino, Pietro Luccisano.

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