Venti richieste di condanna alla fine del processo in abbreviato per gli spacciatori che ruotavano intorno la famiglia Trovato ed agli Schepis, arrestati a dicembre dalla Squadra Mobile nel blitz denominato Vicolo Cieco.
Sono pesanti le richieste di condanna avanzate dal Pubblico Ministero Liliana Todaro per 20 imputati dell’inchiesta Vicolo Cieco che hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato. Al banco degli imputati ci saranno Alfredo Trovato, per il quale l’accusa ha chiesto la reclusione a 20 anni, in continuazioni con le pene precedenti. Le altre condanne sollecitate: 18 anni per Giuseppe Arena detto Teppe; 7 per Antonino Aricò e Antonino Casablanca detto “topolino; 4 per Angelo Aspri detto U Puffu e Giovanni Assenzio; 8 per Maria Baluce detta “Marisa”, Luciano Bartone, Giovanni Capriadetto “u scuddino”, Francesco De Domenico, Nunzio Corridore detto “ciuccia”, Salvatore De Luca (classe 87), Pasquale Erba, Daniele Ragusa; 4 anni per Giovambattista Cuscinà detto “u cocculu”; 5 anni di reclusione per Salvatore De Luca (classe '78), Achile Misiti e Giuseppe Triolo; 15 per Salvatore Gangemi, infine sei anni di reclusione per Francesco Tamburella.
Ventotto gli arresti della Squadra Mobile scattati a dicembre scorso nel quartiere fortino di Mangialupi. Dopo 4 anni di indagini i poliziotti riuscirono a individuare una più piccola e nuova organizzazione dedita al traffico di droga che ruotava attorno alla famiglia Schepis, la cui base operativa era nella loro falegnameria. Indagando sugli Schepis, la Polizia scoprì che a tirare le fila dello spaccio era Alfredo Trovato. Il pregiudicato gestiva una vera e propria “holding” in grado di far fruttare soldi a palate ed in grado di gestire chili e chili di droga su Messina e provincia.
Il gruppo agiva con enorme scaltrezza, affinché nulla potesse mai trapelare all’esterno: comunicazioni telefoniche brevi e criptate, luoghi di volta in volta diversi dove iniziare e concludere trattative, schede telefoniche “pulite” e macchine per il trasporto di droga sempre riconducibili ad insospettabili ed incensurati. Avevano anche un quartier generale, un bar attivo ed operativo notte e giorno, dove chiunque avesse necessità poteva rivolgersi a qualsiasi orario per trovare pusher e droga. Ed è stato proprio accanto a questo bar, in un “vicolo cieco” (da qui il nome dell’operazione) che gli agenti sono riusciti a piazzare cimici e microspie registrando ore ed ore di conversazioni. In quella viuzza gli affiliati parlavano degli affari, si confidavano, ignari che ogni loro frase fosse captata e registrata. A dare altro impulso alle indagini fu la cattura di Franco Trovato, fratello di Alfredo, che nel 2011 si era dato latitante nel corso dell’operazione Ruota Libera.
Ingenti anche i quantitativi di droga sequestrati nel corso delle indagini, nonché le somme di denaro altissime. Il traffico di affari gestito dall’organizzazione, infatti, era elevatissimo. Solo nel corso delle perquisizioni effettuate stamattina, i poliziotti hanno sequestrato a Trovato ben 71mila euro, mentre altri 48mila erano già stati sequestrati ad Arena. Allo stesso modo, sono stati ritrovati circa 600 grammi tra cocaina, eroina e marijuana.
Adesso la parola passa agli avvocati Domenico Andrè, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Giuseppe Donato, Nino Cacia, Nunzio Rosso, Rina Frisenda, Enrico Ricevuto,Antonino Noè, Carlo Autru Ryolo, Massimo Marchese, Tancredi Traclò e Pier Francesco Broccio. Poi giudici entreranno in camera di consiglio per definire la sentenza.
(Alessandra Serio)
VICOLO CIECO? MA NON POTEVA ANDARE DALL’OCULISTA?
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ma!? dico io ora sti povireddri comu campunu loro e le loro famiglie? u cla ha l’assicurazione contro u statu? chi ne fa travaghiari?. hahahaahahahahaaahhah!!!!.
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