Bancarotta Fraudolenta: in manette i fratelli Sebastiano e Antonino Messina

Bancarotta Fraudolenta: in manette i fratelli Sebastiano e Antonino Messina

Veronica Crocitti

Bancarotta Fraudolenta: in manette i fratelli Sebastiano e Antonino Messina

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giovedì 19 Dicembre 2013 - 09:59

La Guardia di Finanza di Messina ha eseguito stamani all'alba gli ordini di carcerazione per i fratelli Sebastiano e Antonino Messina. Rispondono di bancarotta fraudolenta. Le indagini risalgono al 2011 quando la Gdf scoprì degli illeciti durante il fallimento della società "New Vigile Peloritano Srl" e la creazione della nuova società "Folgore Vigilanza Srl".

Si facevano pagare dai clienti e poi, invece di mettere il denaro nelle casse aziendali, lo facevano confluire nelle proprie tasche. Ma questo non bastava: evasioni delle imposte e, secondo accertamenti, anche passaggi di ricavi dalla società fallita ad una appositamente creata per incassare il denaro. Sono accusati di bancarotta fraudolenta i fratelli Sebastiano Messina, 52enne, e Antonino Messina, 56enne, raggiunti stamani all’alba dai finanzieri delle Fiamme Gialle con l’ordinanza di carcerazione. Avrebbero sottratto somme e beni dalla società New Vigile Peloritano Srl, dichiarata fallita il 25 agosto 2011.

L’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto Ada Merino e dal Sostituto Procuratore Fabrizio Monaco, prese avvio proprio in quel mese e portò ad accertare che la società gestita da Sebastiano (in qualità di amministratore) ed Antonino (in qualità di direttore amministrativo) presentava delle forti irregolarità. Le ricostruzioni contabili, infatti, fecero emergere che alcune delle somme che i clienti pagavano per i servizi di vigilanza finivano sistematicamente nelle tasche degli amministratori, mentre soltanto una minima parte andava nelle casse aziendali. Per attuare questa truffa, i fratelli avevano messo un ottimo escamotage: alteravano i bilanci nelle voci del costo dei dipendenti e le dichiaravano nettamente superiori rispetto al valore effettivo della busta paga. Fu così che, dal 2007 al 2010, i Messina riuscirono ad alterare i ricavi aziendali, rappresentando passività inesistenti e coprendo ammanchi di cassa del valore di 400mila euro. Le attività di indagine hanno poi dimostrato che alcuni beni della New Vigile Peloritano finirono a favore della Folgore Vigilanza S.r.l., ossia della società appositamente creata per far confluire nelle proprie casse i residui dell'altra ormai in fallimento.

Una condotta criminale il cui sistema era già emerso nella vecchia società Vigile Peloritano Srl, di cui il padre Rosario Messina era unico socio, amministratore e poi liquidatore.

Nell’ottobre del 2008, infatti, la Gdf effettuò una serie di accertamenti tributari ed economico finanziari che riguardavano la società fallita Vigili Peloritani Srl. La nuova società che nacque da quel fallimento fu proprio la New Vigile Peloritano Srl, di cui il figlio Sebastiano divenne amministratore. Dalle indagini delle Fiamme Gialle era apparso che durante il fallimento della prima società, Messina avesse sottratto beni ai creditori per poi favorirne altri. In particolare, le operazioni finite nel mirino dei finanzieri furono sostanzialmente due: nel 2007 la cessione dei beni aziendali con due fatture complessivamente del valore di 100mila euro e, contestualmente, una serie di pagamenti con accrediti sui conti correnti della Bnl e del Banco di Sicilia.

Inchiesta analoga, dunque, quella che oggi coinvolge i figli di Rosario Messina. Il GIP del Tribunale di Messina, dott. Giovanni De Marco, oltre alle misure cautelari personali (per Sebastiano Messina il carcere, per Antonino Messina i domiciliari), ha anche disposto il sequestro preventivo dei saldi dei rapporti bancari o postali degli arrestati e degli altri indagati.

Ma non solo. Le attività di controllo fiscale condotte nei confronti della New Vigile Peloritano hanno permesso di accertare che le imposte evase salgono a circa 1 milione di euro. E' stato inoltre effettuato un sequestro di un appartamento di Sebastiano Messina dello stesso valore.

Veronica Crocitti

5 commenti

  1. E’ prorio vero .. Messina senza Natale… che tempi..

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  2. Che schifo, tutto a danno di chi svolgeva il proprio servizio con rigore e disciplina.
    Per fortuna, la maggior parte dei dipendenti è stato assorbito dalla società Sicurtransport che, ahimè, ha dato un posto di lavoro a tanti padri di famiglia ma senza riconoscergli più i gradi acquisiti con gli anni di servizio, in parole povere, un vigilantes con 20 anni di servizio sulle spalle è stato assunto con il grado e la paga di un neo-assunto. In ogni caso, è sempre meglio che rimanere disoccupati a vita.

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  3. Mio padre balla….di felicità!

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  4. AlemanzoSandroni 25 Dicembre 2013 20:16

    Peccato togliere dal mercato grandi imprenditori come i messina che sono stati bravi e si sono sempre distinti per strategie e rapporti con i propri dipendenti”.

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  5. AlemanzoSandroni 25 Dicembre 2013 20:21

    Ops dimenticavo!
    Una vita di soprusi e vessazioni nei confronti di tutti i dipendenti tranne per il lecca… che sono rimmasti insieme a lui a studiare le strategie che li hanno portati al patibolo. Devo dire bravi!

    La ditta che ha riassunto parte del personale licenziato lo ha fatto un doppio tornaconto, per indebolire ulteriormente la concorrenza e per formare i propri dipendenti incompetenti.

    Mi dispiace solo per suo padre che e’ stato l’unico a far crescere con impegno ed onesta’ l’azienda.

    Saluti a Nino Reporter e Sebi.

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