Il PM Giuseppe Verzera ha chiesto sei condanne ed un'assoluzione nel processo scaturito dall'operazione Zaera sulle infiltrazioni del clan Vadalà nel mercato di viale Europa. Gli operatori erano costretti a pagare il pizzo per poter lavorare ed anche i servizi di guardiana e pulizia erano gestiti dal clan.
Il sostituto della DDA Giuseppe Verzera ha chiesto sei condanne ed un’assoluzione nel processo dell’operazione Zaera sulle infiltrazioni mafiose nel mercato di viale Europa. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna a 12 anni per Armando Vadalà, a 9 anni e 10 mesi per Ugo Vadalà, a 9 anni per Andrea Falliti, ad 8 anni per l’ex sovrintendente della Polizia di Stato Francesco Tringali, a 3 anni per Angelo Bellantoni ed a 2 anni e 4 mesi per Gianluca Bellantoni. Chiesta l’assoluzione per Letterio Pedale. Il processo è stato aggiornato al 20 dicembre prossimo quando sarà emessa la sentenza. Secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile il mercato di Ponte Zaera era finito in mano al clan Vadalà. Gli esercenti erano costretti a pagare il pizzo e gli stessi affiliati decidevano chi aveva diritto a lavorare nel mercato, effettuavano il servizio di guardiana e di pulizia e naturalmente facevano la spesa gratis.. Gli ambulanti pagavano da 3 a 5 euro alla settimana per poter lavorare senza problemi. Dell’influenza del gruppo Vadalà sugli ambulanti del mercato Zaera si è saputo nel corso delle indagini per l’omicidio di Rosario Mesiti assassinato il 22 agosto 2006 proprio davanti al mercato Zaera. Delitto per il quale sono stati arrestati Antonino Morvillo e Benedetto Bonaffini. Mesiti si occupava di raccogliere il denaro degli esercenti per conto del clan, compito che poi era toccato proprio a Morvillo. Dopo l’arresto di Morvillo per l’omicidio Mesiti questo incarico passò nelle mani di Falliti e Bengala.