Città e provincia ingessate malgrado i numerosi finanziamenti disponibili

“E’ necessario avviare a Messina un ampio dibattito utile a prendere consapevolezza delle carenze più rilevanti registrate in termini di realizzazione dello sviluppo dell’area metropolitana, considerate le rilevanti occasioni di finanziamento a cui oggi è possibile accedere ed ancora poco sfruttate”.

Lo dice il coordinatore cittadino di LabDem, Luigi Beninati, che vuole “riaprire il dibattito su cosa è possibile fare per superare le mancanze e cogliere le rilevanti opportunità di sviluppo che oggi sono attivabili”.

Lo stato delle opere

Se ne parlerà in una conferenza stampa, presumibilmente ai primi di giugno, in cui verrà illustrato “lo stato delle singole opere già programmate che dovrebbero realizzarsi, quelle che ancora sono in fase di progettazione e quelle che potrebbero inserirsi grazie ai più recenti provvedimenti governativi.  Riteniamo inoltre che sia positivo puntare sull’iniziativa privata ma che si debba trovare la soluzione per rendere più rapido e operativo il settore pubblico, al quale oggi non mancano le occasioni per realizzare importanti opere”.

Gli obiettivi

Gli obiettivi: fare nuovi progetti, completare quelli ancora in stato di massima, portare a compimento quelli già finanziati, “altrimenti sarà difficile evitare che tali finanziamenti vengano stornati verso altre esigenze del Paese o in territori che hanno maggiore capacità concreta di spesa. al di là di sterili e roboanti annunci che troppe volte non hanno prodotto nulla di concreto”.

Il Masterplan

L’emblema del Masterplan. “I fondi per il periodo 2014/2020 ammontano a quasi 343 milioni di euro: di tale somma ne è stata impegnata al dicembre 2019 appena 41 milioni con progetti (l’11,89% del totale) e realmente spesi appena 5 milioni  di euro ( l’1,49%). E si tratta soltanto dei fondi Masterplan per la coesione territoriale. A questi possono essere aggiunti gli 86,2 milioni di euro del Pon Città Metropolitana di Messina (dei quali ne sono stati spesi un terzo), e tutti gli altri investimenti previsti dal Patto per la Sicilia nel Po Fesr Sicilia 2014/2020, nei programmi Agenda Urbana ed Aree Interne, ed infine la così detta “spesa pubblica allargata”, i lavori di altre società a capitale pubblico ancora non avviati (ad esempio Ferrovie, Autorità Portuale, ecc.)”.

Altri finanziamenti: tram e mercati

Altri due esempi: 25 milioni per la riqualificazione della linea tranviaria, 12,5 milioni per i mercati. “Le procedure per l’utilizzo di tali fondi, di competenza del Comune di Messina non risultano, al dicembre 2019, neppure avviate, sarà meglio chiedere al Governo l’invio di commissari con poteri speciali al fine di velocizzare e realizzare il tutto? È del tutto evidente che non basta che lo Stato dia i finanziamenti, se poi la classe politica non è capace di spenderli. Su tale mancata capacità dovremo ragionare pubblicamente invocando i correttivi necessari a rendere efficiente una macchina politico-burocratica che non è più al passo con i tempi e le necessità collettive”.

Il cambio di passo

Beninati si domanda “se l’Amministrazione comunale saprà cambiare passo e se il sindaco e l’intera rappresentanza politica locale sarà disponibile a ragionare ed impegnarsi, Covid19 permettendo, su come meglio affrontare il futuro con maggiore capacità di interlocuzione istituzionale e fattività operativa. Sarebbe nell’interesse dei messinesi qualche cantiere in più e qualche diatriba in meno. Chi volesse inviare contributi potrà farlo inserendo documenti utili alla discussione sulla pagina Facebook di Laboratorio Democratico Messina”.