Sono in tutto 44 gli episodi di spaccio contestati al gruppo di Aspri, tutti ripresi dalle telecamere strategicamente posizionate dagli inquirenti in varie zone di Bordonaro. Facile constatare come in tutti i casi, le cessioni di droga avvenissero in mezzo alla gente.
Spacciavano eroina alla luce del giorno, senza alcun timore, e non lo facevano in vicoli bui, lontano da occhi indiscreti, bensì nel parco giochi, a pochi metri da bambini e bambine, nei parcheggi, vicino al campetto di calcio. Gestivano l’intera rete di spaccio della zona di Bordonaro – Case Gialle, ma i loro clienti venivano da ogni luogo. Quella grossa cerchia di tossicodipendenti che rappresentava il loro mercato, infatti, arrivava da Barcellona, Taormina, talvolta anche Catania. Tutti sapevano semplicemente che, a qualsiasi ora avessero chiesto droga, lì l’avrebbero trovata.
Si è conclusa con quattro arresti l’Operazione Piazza Pulita, firmata Squadra Mobile di Messina, che ha sgominato lo spaccio di droga, soprattutto eroina, della zona di Bordonaro – Case Gialle. Carcere per Angelo Aspri detto “il Puffo”, 31 anni già detenuto a Gazzi, Armando Manuguerra, 26 anni già detenuto nel carcere di Augusta, Vincenzo Manuguerra, 22 anni, e Astuto Giuseppe, 24 anni detto “il Peppone”. Tutti loro dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga.
Un’inchiesta approfondita, quella coordinata dal Sostituto Procuratore Liliana Todaro, che prese avvio nell’aprile 2013 come un filone di un’altra grande operazione, ossia Viaggi Sicuri. Nel giro di qualche mese, gli agenti guidati dal Capo della Mobile Giuseppe Anzalone, sono riusciti a ricostruire i ruoli ed il modus operandi del gruppo criminale che oggi conta 18 indagati, tra cui anche 3 minorenni. A dirigere tutti era Angelo Aspri, finito in carcere a dicembre nell’Operazione Vicolo Cieco. Oltre agli “affari” di famiglia, infatti, Aspri aveva messo su un’organizzazione ben strutturata che agiva direttamente nel suo cortile di casa, appunto nel Quartiere Case Gialle dove viveva. “Il Puffo” impartiva gli ordini ed esigeva che tutto filasse regolarmente. Ognuno dei suoi adepti aveva un ruolo ben preciso, come il nipote Astuto ed Armando Manoguerra che fungevano da stretti collaboratori e gestivano il ramo commerciale del business. Aspri dettava le regole ed esigeva che vi fosse sempre la massima puntualità negli appuntamenti coi clienti, anche di notte. La droga e l’eroina, probabilmente provenienti da canali calabresi, ma anche slavi, dovevano sempre essere di ottima qualità. Tutto era finalizzato ad un solo obiettivo: nessun cliente-tossicodipendente andava perso.
Sono in tutto 44 gli episodi di spaccio contestati al gruppo di Aspri, tutti ripresi dalle telecamere strategicamente posizionate dagli inquirenti in varie zone di Bordonaro. Facile constatare come in tutti i casi, le cessioni di droga avvenissero in mezzo alla gente. In un’occasione, lo stesso Armando Manoguerra viene ripreso su un motorino, insieme ad una bambina, mentre consegna la sostanza ad un suo cliente.
“Le zone di spaccio erano ben presidiate – ha dichiarato Anzalone – ed è stato difficile, tecnicamente, portare avanti le indagini. Le intercettazioni sono state utili, ma il linguaggio utilizzato era spesso criptato e allusivo. Il grande lavoro si è basato, principalmente, sull’utilizzo di telecamere di videosorveglianza che siamo riusciti a posizionare in zone strategiche”. Grazie a queste, gli inquirenti sono riusciti ad immortalare tutto e ricostruire, in breve, quel monopolio di spaccio ormai consolidato nel rione di Bordonaro e che ha spinto il Gip, Maria Vermiglio, a firmare le 4 ordinanze di stamani. (Veronica Crocitti)