L’esponente di “Indietro non si torna” interviene in merito al futuro dell’Autorità portuale, puntando il dito contro chi propone soluzioni pur non avendo « mandato da parte dei cittadini, in contrasto addirittura con i progetti sostenuti da sindaco, amministrazione e diversi parlamentari del territorio, tutti legittimati a sostenerli». Ecco la sua riflessione
Finalmente c'è una notizia: l'Autorità portuale di Messina già dal 2014 va avanti per la sua strada e sponsorizza una scelta, l'abbraccio con Catania, per nulla condivisa con l'amministrazione e gran parte della nostra rappresentanza politica
Nel momento in cui si invoca a gran voce la condivisione per evitare conflitti e portare a casa qualche risultato che avvantaggi un tessuto sociale ed economico ormai ridotto alla canna del gas, su un tema così rilevante e tanto dibattuto prendiamo atto che ciascuno porta avanti i propri convincimenti, diritti a perseguire i propri obiettivi.
Se la delegazione parlamentare messinese, in particolare l'onorevole Garofalo, tenta faticosamente di costruire un contesto in cui Messina sia al centro di un processo che coinvolgendo anche la dirimpettaia Calabria, proietti l'area dello Stretto con un ruolo non più marginale; se il Sindaco e la sua amministrazione mettono al primo posto della loro azione politica lo Stretto, con tutto ciò che in quest'area può essere valorizzato, indirizzando tutti gli sforzi in questa direzione; se tutto questo e' vero, domandiamoci dove ha vissuto l'Autorità portuale in questi ultimi anni.
Conurbazione e' forse un termine eccessivo, ma se pensiamo a servizi di trasporto e mobilità che a regime possano avere un unico indirizzo, o a quanto sul piano culturale si sta mettendo in piedi con l'altra sponda dello Stretto, riesce sempre più difficile pensare che manchi la consapevolezza che questa striscia di mare che ci unisce e' la ricchezza unica dei nostri territori, e che sia possibile farla diventare davvero ricchezza per i cittadini. E questo passa anche da scelte di tipo operativo, che impatteranno fortemente sulla concreta possibilità di sviluppo, e i prossimi Distretti che il ministro Del Rio sta facendo nascere potranno esserne un decisivo motore di sviluppo, certamente in questo momento il più immediato e rilevante.
Immaginare invece di aderire ad un distretto sud orientale della Sicilia, con vocazioni altre e scelte già effettuate, lascia molto perplessi e non si capisce a quale interesse miri, in ogni caso assolutamente marginale per la nostra città.
Ma ancor di più non si capisce come sia possibile che una scelta così importante anche per le prospettive che dischiude, possa esser in qualche modo condizionata da chi non ha alcun mandato da parte dei cittadini, in contrasto addirittura con i progetti sostenuti da sindaco, amministrazione e diversi parlamentari del territorio, tutti legittimati a sostenerli.
Altra storia sarà capire, una volta confermata la nostra vocazione naturale all'area dello Stretto, le modalità con cui strutturare le funzioni ed il ruolo che Messina debba ottenere, argomento che non è certamente campanilistico ma funzionale ad una crescita da governare direttamente.
Va da sé che la decisione sui nascituri distretti si lega in qualche modo al dibattito in corso sulle città metropolitane, che rischia di diventare per Messina un'opportunità solo disegnata ma difficile da concretizzare.
Come e' stato recentemente commentato, la regione Siciliana si sta assumendo in negativo la responsabilità di affondare una grande opportunità che la normativa nazionale sulle aree metropolitane potrebbe darci, non legiferando prontamente in una materia che invece è sempre più prioritaria, come anche dimostrato nel recente incontro romano sul tema, a cui il nostro Sindaco ha partecipato.
Sarebbe davvero un clamoroso autogol per il parlamento siciliano far perdere il treno dello sviluppo che passa dal binario della legge sulle aree metropolitane, a cui Messina deve iscriversi a pieno titolo con tutta la sua impareggiabile provincia.
Elio Conti Nibali
Pensare di avere benefici dall’unione (o,meglio, dall’essere assorbiti) da Gioia Tauro è una corbelleria da incompetenti. Così come è ridicolo e patetico sostenere che la vocazione del territorio è farsi gestire da Gioia Tauro. Messina non esiste e UDC ed NCD riusciranno a portarsi a casa le poltrone della futura AP di Sistema solo perché a quelli che contano davvero non interessa affatto. Lo Stretto è stato al centro dell’interesse del mondo solo perché sembrava dovessero costruire il Ponte (e, quindi, sarebbero arrivati un mucchio di soldi); senza soldi e senza Ponte la “vocazione naturale” dello Stretto è aria fritta.
Pensare di avere benefici dall’unione (o,meglio, dall’essere assorbiti) da Gioia Tauro è una corbelleria da incompetenti. Così come è ridicolo e patetico sostenere che la vocazione del territorio è farsi gestire da Gioia Tauro. Messina non esiste e UDC ed NCD riusciranno a portarsi a casa le poltrone della futura AP di Sistema solo perché a quelli che contano davvero non interessa affatto. Lo Stretto è stato al centro dell’interesse del mondo solo perché sembrava dovessero costruire il Ponte (e, quindi, sarebbero arrivati un mucchio di soldi); senza soldi e senza Ponte la “vocazione naturale” dello Stretto è aria fritta.
Spiace constatare che una persona seria come Conti Nibali si lasci accecare dalla passione politica e cada nel vizio peloritano di prendersela sempre con gli altri. La riforma è colpa della politica e solo della politica, i tecnici o gli pseudo tali hanno rivestito un ruolo assolutamente secondario. Nell’Agosto 2014 Accorinti era al Comune insieme a Garofalo, Ardizzone e Fedele a sostenere quella follia dell’accorpamento dell’AP di Messina con Gioia Tauro. Un accordo spartitorio tra UDC ed NCD perfettamente riuscito nel totale disinteresse della politica che conta. La ragione è semplice: checché ne dicano Accorinti, Conti Nibali & c, Messina non esiste. Nel senso che non produce e non consuma ed è inutile illudersi che basti essere “belli”.
Spiace constatare che una persona seria come Conti Nibali si lasci accecare dalla passione politica e cada nel vizio peloritano di prendersela sempre con gli altri. La riforma è colpa della politica e solo della politica, i tecnici o gli pseudo tali hanno rivestito un ruolo assolutamente secondario. Nell’Agosto 2014 Accorinti era al Comune insieme a Garofalo, Ardizzone e Fedele a sostenere quella follia dell’accorpamento dell’AP di Messina con Gioia Tauro. Un accordo spartitorio tra UDC ed NCD perfettamente riuscito nel totale disinteresse della politica che conta. La ragione è semplice: checché ne dicano Accorinti, Conti Nibali & c, Messina non esiste. Nel senso che non produce e non consuma ed è inutile illudersi che basti essere “belli”.
Mentre il buon Conti Nibali vuole cercare di capire e a leggere i commenti quel che resta della politica cerca come occupare poltrone..noi , la messina in basso la GENTE , vorrebbe lavoro e centralità !! non solo uccelli migratori e cartoline dell’Unesco
Mentre il buon Conti Nibali vuole cercare di capire e a leggere i commenti quel che resta della politica cerca come occupare poltrone..noi , la messina in basso la GENTE , vorrebbe lavoro e centralità !! non solo uccelli migratori e cartoline dell’Unesco