Dimissioni di Mantineo. Annamaria Raffa: "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto"

Dimissioni di Mantineo. Annamaria Raffa: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”

Dimissioni di Mantineo. Annamaria Raffa: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”

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martedì 18 Agosto 2015 - 22:09

Da una lettrice di Tempostretto riceviamo e pubblichiamo una riflessione relativa alle dimissioni dell'assessore ai servizi sociali Nino Mantineo

Dopo le altissime temperature di fine luglio, arrivarono anche i temporali estivi e definirli così in alcuni casi risulta un eufemismo, dal momento che ogni chicco di grandine di agosto è stato grande quanto un olivo di pronto a settembre. Sembrava che il tempo e la manifestazione della Vara sarebbero state le uniche abituali notizie stagionali, concedendo ai giornalisti qualche breve tregua dal momento che nessun colpo di scena sembrava profilarsi all’orizzonte ed invece, come recita l’Apocalisse di Efeso “non più acqua, ma fuoco”, accantonate oramai le dimissioni di Crocetta in cui solo i più ingenui avevano sperato, arrivano a sorpresa, molto più che un fulmine a ciel sereno, le tanto agogniate dismissioni dell’Assessore ai Servizi Sociali il prof. Nino Mantineo. L’Assessore non serve ricordarlo, è stato uno dei più contestati della Giunta, ma sembrava assolutamente tenace nel ruolo, ed invece “tanto tuonò che piovve”, e come Pippo Baudo decide di dimettersi ”solo quando lo dice lui”, lasciando decisamente il segno: si dimette con un lettera affidata ad “alcuna stampa”, ignorandone “certa”, riportando alla nostra memoria la sua definizione di stampa ” sotto padrone”, pardòn… datore di lavoro. Nella sua lettera denuncia la disfunzionalità del Dipartimento dei Servizi Sociali e i Dirigenti presenti e passati, senza suscitare più di tanto clamore, dal momento che se avessi un euro per tutte le volte che l’ho sentito avrei mezzo mutuo pagato; prima o poi qualcuno ci metterà mano, o forse no, abbiamo visto grandinare ad agosto, chissà si ripetano gli eventi miracolosi. La burocrazia come “organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità” è un’ideale a cui tendere, e soprattutto se non si brilla per simpatia la burocrazia diventa gestione di potere: il trasporto da un ufficio all’altro di un foglio di carta può risultare così sorprendentemente gravoso. L’uscita da “gran madam” la fa più che altro nel “J’Accuse” verso i suoi, “colpevoli” di non aver voluto vedere e di averlo lasciato solo nella gestione di non pochi problemi; se ne va quindi sbattendo la porta, con un addio alla “muoia Sansone e tutti i filistei”, a pochi giorni sembra da una sorta di ritiro spirituale del gruppo della giunta, dall’esclusività tale da far invidia al contemporaneo Meeting Ciellino di Rimini. Anche se considerato l’uomo chiave dell’Amministrazione, non si fa fatica a credere che non fosse molto popolare neanche fra i suoi colleghi: il prof. ha una lunga esperienza nel sociale ed è difficile credere che gli mancasse la volontà o l’esperienza di lavorarci sopra, il suo peccato più grande è stata la presunzione, prima fra tutte quella di poter fare a meno di “piacere alla gente”, specie se non sei onnipotente nelle scelte e nei processi. L’uscita di scena dell’Assessore offusca per qualche ora la scena di alcuni dei protagonisti della manifestazione della Vara, fra cui l’Arcivescovo, che gli renderà pan per focaccia e per non far rimpiangere nessuno, cita, in posizione pontefice, “certa stampa” con niente di meno che il testo “Dio è morto” di Francesco Guccini; il sindaco gioca quindi di rimessa e riguadagna la scena attirandosi l’ira di Dio (delle critiche) paragonando, in pieno stile messianico il cammino della sua amministrazione al percorso della Vara, e chi più ne ha più ne metta, tutti indifferenti al fatto che le ferie esistono anche per i giornalisti. L’Assessore se ne va quindi senza lasciare cuori infranti da nessuna parte, le reazioni fra politica sindacati sono più tosto unanimi, “noiloavevamodetto”, e se avessi un centesimo per ogni volta che gliel’ho sentito dire, il mutuo lo avrei pagato per intero.

Annamaria Raffa

6 commenti

  1. egr.signora,modestamente i messinesi sono indicati come buddaci e sa perchè?:U Buddaci” è un pesce che vive alla giornata, dotato di grossa testa e di una bocca grande e piena, capace di inghiottire di tutto. Ironicamente alla stessa specie appartengono i messinesi, o buddace, perché creduloni, chiacchieroni a vuoto e politicamente indifferenti e soprattuto hanno la tendenza a non cambiare mai.QUELLIDIPRIMA UGUALI A QUELLIDIDOPO

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  2. egr.signora,modestamente i messinesi sono indicati come buddaci e sa perchè?:U Buddaci” è un pesce che vive alla giornata, dotato di grossa testa e di una bocca grande e piena, capace di inghiottire di tutto. Ironicamente alla stessa specie appartengono i messinesi, o buddace, perché creduloni, chiacchieroni a vuoto e politicamente indifferenti e soprattuto hanno la tendenza a non cambiare mai.QUELLIDIPRIMA UGUALI A QUELLIDIDOPO

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  3. Quindi lei signor Burrascano si rispecchia nel pesce da lei menzionato vero?

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  4. Quindi lei signor Burrascano si rispecchia nel pesce da lei menzionato vero?

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  5. purtroppo la giunta accorinti non fa più neanche ridere !

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  6. purtroppo la giunta accorinti non fa più neanche ridere !

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