Grimaudo: «La Politica con la “P” maiuscola di De Luca»

Grimaudo: «La Politica con la “P” maiuscola di De Luca»

Grimaudo: «La Politica con la “P” maiuscola di De Luca»

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domenica 14 Ottobre 2018 - 05:18

Il Presidente di Nuova Politica ritiene che il sindaco e la sua giunta abbiano, per la prima volta dopo troppi anni, rimesso al centro del proprio agire l’interesse supremo e vitale della città

Altro che “non facciamo politica” sul tema del risanamento di Messina. L’azione amministrativa finora attuata da questo sindaco rappresenta la vetta più alta dell’attività di governo della città da decenni. La soluzione del problema delle baracche non è infatti solo un fatto materiale, ma riguarda la vita stessa di un’umanità abbandonata alla sua marginalità esistenziale e civile. Eliminare le nostre “favelas” e dare a ciascuno un’abitazione degna è il crocevia di una serie di politiche settoriali (umanitarie, sanitarie, urbanistiche, sociali ed economiche) che nel loro insieme, e data la loro interdipendenza, definiscono una visione di futuro per il nostro territorio. Politica appunto, con la “P” maiuscola.

Quello di De Luca non è umanitarismo relegato al mero sentimentalismo inconcludente o un atteggiamento puramente intellettuale ma disimpegnato sul piano pratico. E’ impegno che si concretizza giorno per giorno in atti amministrativi tutti convergenti verso un obiettivo di enorme impatto per tutta la città. L’operazione sbaraccamento dà finalmente concretezza politico-amministrativa a quello shock socio-economico tante volte inutilmente evocato per ridare a Messina la possibilità di essere una città.

Dal punto di vista economico e occupazionale, dato che si tratta di un’operazione edilizia di demolizione e costruzione di nuove case con connesse opere di urbanizzazione, è una grande occasione alla portata di tante imprese locali piccole e medie che operano nel settore edile e, soprattutto, può impiegare grandi quantità di lavoratori che affollano, purtroppo, le liste di disoccupazione. In un certo senso potremmo dire che le case le ricostruiranno gli stessi baraccati-manovali ai quali in questo modo saranno dati casa e lavoro, l’una e l’altro essenziali per una vita degna e per una cittadinanza piena.

Un obiettivo non tanto ambizioso, quanto piuttosto disperatamente necessario e urgente per fermare il declino di Messina. De Luca è perfettamente consapevole che per raggiungere il risultato è necessaria un’azione amministrativa articolata, che passa anche attraverso atti di competenza del Consiglio comunale e ulteriori importanti impegni da parte della Regione e del Governo di Roma. Proprio per questo ha fretta e impone fretta all’Aula e, per quanto può, agli altri interlocutori istituzionali. O si esce dalla palude presto o si resterà inghiottiti dalle sabbie mobili dei giochi politici e burocratici di tanti “buoni a niente, ma capaci di tutto”, come è avvenuto negli ultimi trenta anni. La pretesa di procedere in Consiglio comunale, per ora e per sempre, con tempi certi e rapidi alle valutazioni di sua competenza non è arroganza o mancanza di rispetto istituzionale. Al contrario, è una sfida politica che l’Aula, se vorrà, dovrà cogliere e rilanciare, recuperando in questa maniera un ruolo che in generale non ha saputo interpretare, autorelegandosi nella dimensione di un attore minore delle politiche locali, passivamente in attesa di stimoli amministrativi dell’esecutivo cui acconsentire o no.

E’ molto grave perciò, che di fronte all’aut, aut di De Luca ci si nasconda dietro la scusa delle inaudite ferie di agosto durante le quali non si è potuta riunire la commissione consiliare o che ci si scandalizzi per la lesione di un presunto galateo istituzionale che il sindaco avrebbe infranto. Se c’è qualcosa di indecente in queste vicende non è certamente l’impeto politico e comunicativo di De Luca. D’altronde, è lo stesso modello istituzionale del Comune che, separando più che in passato il ruolo del primo cittadino e della Giunta da quello del Consiglio comunale, impone una dialettica tra organi. Un confronto che in politica può diventare anche duro e che non è certo un ballo delle debuttanti o un minuetto per cicisbei. Da parte loro, i cultori dell’estetica istituzionale, dentro e fuori il palazzo comunale, che oggi più che mai fanno le pulci a questa amministrazione, siano piuttosto avvertiti controllori dei risultati cui tende questo esecutivo, che per la prima volta dopo troppi anni ha rimesso al centro del proprio agire l’interesse supremo e vitale della città, facendo finalmente politica con la “P” maiuscola.

Pierangelo Grimaudo

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