Proteste per le modifiche al regolamento pubblicato appena un mese fa. Il consigliere Carbone: "Si va sempre al contrario rispetto alle località turistiche"
MESSINA – Con l’ordinanza sindacale n. 150 del 30 giugno 2023 la giunta Basile ha rimodulato gli orari per l’intrattenimento musicale e per le misure stabilite con la 105/2023, pubblicata appena un mese fa. Si tratta dell’ormai celebre ordinanza anti-movida, che ora, con le nuove modifiche, è destinata a far discutere. Nel nuovo provvedimento si vieta qualsiasi attività musicale, anche come sottofondo, nella giornata di lunedì. Dal martedì alla domenica i vari locali che non organizzano serate per ballare “perdono” mezz’ora, perché il limite viene abbassato dall’1.00 alle 00.30. Per le “serate danzanti”, invece, si andrà dalle 21 alle 2.30. E ancora i karaoke ed eventi simili, dal martedì alla domenica all’aperto, sono consentiti dalle 20 alle 23.
L’attacco di Carbone
E fioccano le prime proteste. Tra i consiglieri comunali il primo ad alzare la voce è Dario Carbone di Fratelli d’Italia. “Estate nuova, problemi vecchi – scrive – Stento a comprendere come l’Amministrazione possa emettere provvedimenti del genere cambiando le carte in tavola senza considerare gli investimenti posti in essere dagli imprenditori di un settore che è stagionale e che da lavoro a centinaia di giovani. Continuiamo ad andare in direzione contraria rispetto alle località turistiche e balneari anche della nostra stessa provincia”.
Carbone poi attacca il sindaco: “Ricordo a me stesso che anche lo scorso anno l’Amministrazione Basile ha ritenuto di modificare le regole del gioco in corso d’opera e fui tra i primi a chiedere un deciso cambio di rotta. A seguito della levata di scudi di centinaia di giovani messinesi si riuscì a trovare un punto d’incontro ma non è possibile passare sopra annualmente a degli errori marchiani. Non posso che contestare questa scelta anche alla luce del fatto che né il Consiglio Comunale né la Commissione Consiliare che si occupa di attività produttive sono stati interpellati prima dell’emissione del provvedimento. Addirittura ho appreso che anche le Associazioni di categoria – molto spesso coinvolte nell’iter decisionale dell’Amministrazione molto più del Civico Consesso – abbiano appreso della notizia come un fulmine a ciel sereno”.
Carbone ha perfettamente ragione i gestori dei lidi hanno investito del denaro e lavorano solo pochi mesi. Innanzitutto le concessioni dei lidi sono state date senza considerare anni fa che sarebbero finite a discoteche e after hours con musica pomeridiana e aperitivo sulla spiaggia. Ora si vogliono fare chiudere i lidi così consentiremo alle abitazioni che insistono sulla riviera di riposare giorno e notte lunedi compreso. Senza neanche la musica di sottofondo.
Ma la musica di sottofondo senza nessuna limitazione di decibel è data dai grandi suonatori di clacson messinesi. Alla grande!
Caro Dario Carbone, se tu stessi male, se fossi una persona anziana malata o ti dovessi svegliare alle 5/6 del mattino per andare a lavorare e dico lavorare seriamente e faticosamente forse capiresti che i residenti hanno più che ragione! Ma come al solito, gente come te, che non è in grado di capire certe cose come dovrebbe, tra l’altro un consigliere comunale, rema sempre contro i cittadini! Vai a lavorare duramente per tutto il giorno, non dormire per la musica alta e poi alzati agli albori…poi mi dirai!
Il mio commento non è stato pubblicato. Tutte le città che hanno il mare, la riviera, sono vissute da giovani e meno giovani, con musica e balli fino al mattino. Messina deve essere, con le nuove disposizioni comunali, una città con orari da paesino montano. Bene, i nostri giovani e meno giovani devono andare in altre città che offrono orari più permissivi, che offrono la vita normale di riviera. Se scegli di vivere in una riviera, devi accettare la vita naturale del mare, della riviera. Io ho quasi settant’anni, vivo in riviera, ed amo la vita, la musica, è bellissimo vedere i giovani che si divertono, mentre io vado a dormire, al suono di musica. I giovani andranno altrove, faranno km. alla sera e km. al mattino, con i rischi e le notizie di tutti i giorni, per l’intolleranza di alcuni, che forse contano più di ogni interesse della città e dei cittadini.
Non ci scordiamo che per anni questa giunta e quella precendente( de luca e co ) hanno rinominato la nostra città:” città della musica” ,hanno perfino investito ingenti somme di denaro a radio nazionali e poi non si può nemmeno ascoltare della musica di sottofondo…i proprietari hanno il diritto al riposo e ci vogliono delle regole ma così mi sembrano eccessive ( non scordiamoci che i proprietari di alcune casse o botteghe affittano a cifre altissime anche grazie alla movida ed alle attività correlate )
Non considerando le tante persone che lavorano intorno a questo settore bisogna valutare quanto ci potrebbe costare a livello di vite umane,quanti ragazzi andranno nelle città vicine a noi ( TURISTICHE ) ,che offrono divertimento e servizi alla loro generazione ,quanti rischi corrono nel farlo.
Pensiamo ai veri problemi della litoranera ( la mancanza di parcheggi,di servizi di scerbatura e pulizia,di doccie e servizi pubblici per il cittadino,senza considerare il problema costiero ).
È un discorso ampio che merita un confronto.
Qualcuno ha letto della recente sentenza della Cassazione, che ha dato ragione a Brescia a chi ha intentato causa contro il Comune per i disturbi provocati dalla Movida fuori controllo? Stanno partendo in molte città italiane le cause contro i Comuni per i risarcimenti dei danni. Prima di parlare informatevi!
Relativamente agli orari per l’intrattenimento musicale dei lidi della litoranea zona
nord, apprezzo gli enormi sacrifici economici dei gestori, che creano opportunita’
di lavoro per molti giovani.
In una societa’ civile il rispetto delle regole e’ fondamentale per la qualita’ della
vita; se i decibel delle casse acustiche degli stereo sono entro i limiti consentiti
dalla legge, la movida sara’ accettata sia dai giovani che dalle famiglie che
abitano a pochi metri dai lidi, purtroppo tutto questo non succede per mancanza
di controlli da parte degli organi preposti
Chi vuole vivere in un posto tranquillo, senza rumori, Messina offre dei quartieri in collina ideali, senza rumori, poco traffico, nessuna musica. Chi sceglie di vivere in riviera, come tutte le riviere italiane e forse del mondo, deve accettare il posto in cui ha scelto di vivere e rispettarne l’identità. Naturalmente, d’estate traffico intenso giorno e notte, musica, giovani e meno giovani che si divertono. Questa è qualsiasi riviera. Chi ha problemi di intolleranza, anche giustificati da orari di lavoro o vecchiaia, o come si mormora, anche da posizioni di privilegio economico/finanziarie e politiche, non può trasformare la riviera di Messina, una delle più estese d’Italia, trafficatissima nelle strade e sul mare, in un tranquillo paesino di montagna. E’ innaturale. La riviera è vita, giorno e notte. Ovunque, anche a Messina. I messinesi devono avere gli stessi diritti degli altri. Non si sposta la riviera, non la puoi spostare, si sposta chi non è adatto a vivere in riviera. Si può uccidere la vita in riviera, costringendo i messinesi ad andare in altre città normali dove la riviera è e resta riviera.
Voglio aggiungere che la sentenza di Brescia, città che non ha una riviera, è dovuta ad immissioni di rumori in luogo non naturale ai rumori. Una strada tranquilla di una tranquilla cittadina interna è stata interessata da rumori molesti non naturali per il luogo. Chi sceglie di vivere in un tranquillo contesto non può essere molestato dai rumori. Questa è Brescia. Diverso è chi sceglie di vivere in riviera, dove traffico, musica e rumori di ogni tipo, il mare con la sua risacca e le sue mareggiate raggiunge notevoli livelli sonori, altro che i decibel della musica, tutto naturale, il mare agitato che si infrange sugli scogli fa tremare i muri. Di che parliamo.