Il Comune fa marcia indietro. La manutenzione dei torrenti non spetta al Genio Civile

Il Comune fa marcia indietro. La manutenzione dei torrenti non spetta al Genio Civile

Il Comune fa marcia indietro. La manutenzione dei torrenti non spetta al Genio Civile

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mercoledì 25 Gennaio 2017 - 08:10

Con la nota numero 16877 del 23 gennaio 2017, il sindaco Accorinti comunica l'avvio del procedimento di riesame della propria ordinanza sindacale. Il Genio Civile lo aveva già fatto notare lo scorso 13 dicembre e c'è in corso una causa al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Le parti si erano dette disponibili ad un'intesa al di fuori delle aule giudiiziarie (VEDI CORRELATI) ma, almeno finora, nulla di fatto

Il sindaco Accorinti ha avviato il procedimento di riesame della propria ordinanza sindacale numero 218 del 19 ottobre 2015. Con quell'ordinanza, il sindaco chiedeva al Genio Civile di provvedere ad una serie di adempimenli connessi ad azioni da compiere in tratti urbani dei corsi d'acqua appartenenti al demanio idrico fluviale. Il motivo? Le norme sono cambiate e, di conseguenza, è cambiato l'assetto organizzativo regionale, come già il Genio Civile aveva evidenziato con la nota numero 235056 del 13 dicembre 2016, richiamando gli obblighi, per il Comune, di manutenzione degli alvei sottostanti ponti, viadotti, tombini e strade comunali. Ma secondo l'ing. capo Leonardo Santoro quell'ordinanza era sbagliata a prescindere. "Il sindaco ordinava al Genio Civile, quindi ordinava ad un Ufficio non solo non sottoposto al Comune ma anzi afferente ad amministrazione regionale sovraordinata rispetto al Comune, di competenza invece dell'Assessorato regionale Territorio e Ambiente da cui, peraltro, il Genio Civile non dipende". Le competenze sono confermate dalla nota numero 5358 di oggi, 25 gennaio 2017, a firma della dirigente generale del Dipartimento regionale, Rosaria Barresi (IN ALLEGATO), che sollecita le amministrazione comunali ad intervenire.

L'Ufficio di Santoro aveva promosso ricorso per l'annullamento dell'ordinanza al Tar di Catania, considerato "tra l'altro – prosegue il dirigente del Genio Civile – che le opere da rimuovere risultavano palesemente essere di proprietà comunaÌe ed impropriamente collocate in alveo fluviale". Il 13 gennaio 2016 il Tar di Catania dichiarò un difetto di giurisdizione e rinviò la questione al Tribunale Superìore delle Acque Pubbliche di Roma, che deve ancora pronunciarsi (una prima sentenza è arrivata in un caso diverso in favore del Comune di Letojanni). Le parti si erano dette disponibili ad un'intesa al di fuori delle aule giudiiziarie (VEDI CORRELATI) ma, almeno finora, nulla di fatto.

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