Il limite del doppio mandato è legge e Paolo Vermiglio fa un passo indietro. Isabella Barone è la nuova candidata presidente.
E’ Isabella Barone il candidato a Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, che sfiderà l’uscente Vincenzo Ciraolo o chi si candiderà al suo posto, nel caso in cui quest’ultimo deciderà di fare un passo indietro.
Intanto un passo indietro lo ha fatto Paolo Vermiglio. Dopo un periodo di “riflessione” in attesa di capirci di più sul limite del doppio mandato, Vermiglio oggi ha sciolto la riserva e si è ufficialmente ritirato, indicando proprio Isabella Barone, nota penalista, come candidata di riferimento del suo gruppo. Proprio oggi infatti è stato convertito il decreto legge che disponeva il limite del doppio mandato. La norma è stata inserita nel Decreto Semplificazione, approvato nella notte, così come approvato dal Senato e quindi così come “sancito” dalla contestata sentenza della Corte di Cassazione.
“Non condivido la sentenza n. 32781/2018 della Corte di Cassazione e tantomeno il fatto che il Consiglio dei Ministri si sia affrettato a varare un provvedimento (peraltro in materia elettorale, a mia memoria sottratta alla riservata al Parlamento e dunque sottratta alla decretazione legislativa d’urgenza del Governo) che recepisce in maniera acritica la decisione della Suprema Corte, fornendo un’interpretazione della normativa che non tiene conto di quanto emerso nel corso dei lavori preparatori e della posizione assunta sul tema dal Consiglio Nazionale Forense, nostro Giudice domestico”, commenta Paolo Vermiglio.
“Tuttavia, se la discussione poteva restare aperta rispetto a una sentenza resa inter alios, il discorso si chiude certamente dinanzi a una norma di legge che, in quanto tale, va rispettata senza sindacarne il merito. Pertanto, confermato l’attuale quadro normativo, non mi candiderò alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina. Altrettanto faranno gli amici del gruppo che avrebbe sostenuto la mia candidatura a presidente e che versano nella mia stessa situazione, coi quali abbiamo unanimemente condiviso tale decisione, essendo tutti convinti del fatto che i rappresentanti dell’Avvocatura debbano avere, loro per primi, le carte in regola. Si tratta di un’imprescindibile questione di serietà, cui non intendiamo sottrarci. A fronte di ciò, il nostro impegno non viene certamente meno, anzi. Nel corso della campagna elettorale abbiamo più volte ripetuto che la migliore garanzia che offrivamo all’elettorato era la qualità del “nostro schieramento”, composto sia da consiglieri uscenti che da nuovi candidati, il cui comune denominatore era ed è quello di essere professionisti seri, preparati e affidabili. Insomma, tutti Avvocati, ai quali guardiamo oggi per il prosieguo della campagna elettorale, nella consapevolezza che sapranno rappresentare al meglio l’Avvocatura Messinese, la cui vera emergenza non è di certo l’incandidabilità di questo o di quel consigliere. In quest’ottica, e con questa fiducia, abbiamo indicato Isabella Barone quale candidato Presidente del nostro schieramento. La scelta non è stata casuale. Isabella è un avvocato eccellente, degna allieva del suo grande Maestro, l’indimenticato Pucci Amendolia; è stata ottima componente del Consiglio, distinguendosi per equilibrio e preparazione; è un’amica leale e coraggiosa, per la quale mi faccio volentieri da parte, al pari degli altri amici che con me sono pronti a lasciare il passo, promettendole tutti il nostro massimo impegno”.
Adesso la parola passa a Vincenzo Ciraolo. L’attuale presidente non ha ancora convocato le elezioni – ha tempo fino a luglio prossimo – per capire cosa sarebbe accaduto. Nelle more, il limite del doppio mandato è diventato legge. Resta aperta la possibilità che, discutendo uno dei ricorsi, il Consiglio Nazionale Forense decida di porre la questione di legittimità costituzionale sulla norma. Ma l’ipotesi non è data come probabile.
Un primo ricorso c’è già comunque, è quello dell’avvocato Tiziana Scolaro, seconda dei non proclamati a Patti, che ha chiesto al CNF di escludere i quattro eletti che non erano candidabili in base alla normativa. Il Consiglio dovrà decidere entro tre mesi. “Non conosco in dettaglio il merito della vicenda pattese – commenta Vermiglio – che però presenta caratteristiche del tutto peculiari – quali il lungo commissariamento – che la rendono del tutto diversa da quelle degli altri COA italiani. ” LEGGI QUI