La ricerca messinese si fa largo: in arrivo 50 milioni di euro sui 111 complessivi concessi alla Sicilia

La ricerca messinese si fa largo: in arrivo 50 milioni di euro sui 111 complessivi concessi alla Sicilia

Danila La Torre

La ricerca messinese si fa largo: in arrivo 50 milioni di euro sui 111 complessivi concessi alla Sicilia

lunedì 14 Novembre 2011 - 13:25

Stamattina conferenza stampa del rettore Tomasello per illustrare il piano di sviluppo: «Questo risultato di oggi viene da lontano e affonda le sue radici nel Parco Progetti. Si tratta infatti, di una serie di programmi di ricerca predisposti in rapporto alle competenze dei gruppi di ricercatori, finalizzati a creare una rete più ampia nell’Ateneo»

Energia, Agro-alimentare , Strutture ed infrastrutture e Grandi dimensioni: sono questi i 4 settori di altrettanti progetti presentati dall’ Università degli Studi di Messina che hanno ottenuto il placet della Commissione di Valutazione per il PON Ricerca e Competitività 2007-2013. Un riconoscimento formale che porterà alla ricerca messinese una somma di 50 milioni di euro, tutti da investire nei progetti redatti dai ricercatori dello Stretto con la supervisione del Direttore del Careci, Michele Limosani, e la collaborazione della società Innovabic. Un traguardo importante, di cui essere certamente orgogliosi , soprattutto se si considera che l’Ateneo peloritano , grazie alla capacità progettuale dei suoi gruppi di ricerca, non solo e’ riuscita a superare la valutazione nazionale ma anche ad avere più grande entità di risorse finanziarie di tutta la Sicilia,a cui andranno complessivamente 111 milioni di euro complessivi .
Ed è un sentimento di orgoglio quello che ha voluto esprimere il rettore Francesco Tomasello nel corso della conferenza stampa, che si è tenuta stamattina nell’Aula Magna dell’Università, appositamente convocata per illustrare il piano di sviluppo dell’Ateneo. «Questo risultato di oggi – ha detto Tomasello- viene da lontano,in particolare da una parola che deve essere impiegata sempre più spesso “programmazione” e che affonda le sue radici nel Parco Progetti. Si tratta infatti, di una serie di programmi di ricerca predisposti in rapporto alle competenze dei gruppi di ricercatori, finalizzati a creare una rete più ampia nell’Ateneo. Oggi quel lavoro è tornato utile al momento in cui è uscito il bando PON ricerca e competitività. Una preparazione di almeno due anni che ha sostituito le parole “improvvisazione” e “urgenza” con le parole “Programmazione – Discussione collegiale – Maturazione dei Progetti e Coinvolgimento di molti ricercatori».
Secondo il magnifico l’Ateneo peloritano ha vinto anche per una nuova filosofia gestionale: evitare lo spezzatino ela frammentazione delle risorse in piccoli progetti di piccoli gruppi.vIl Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione –ha spiegato Tomasello- hanno avuto il coraggio infatti di dare una linea di indirizzo precisa: Progetti ambiziosi che aggregassero molti settori scientifici dell’Ateneo. Uno degli obiettivi per il futuro sarà quello di far convergere sull’Ateneo altre importanti risorse che saranno fondamentali in una congiuntura economica sfavorevole. «L’Università di Messina anche con la ricerca intende fare fino in fondo il proprio dovere al servizio del suo territorio. Con questi fondi PON si tratterà di costruire infrastrutture di ricerca molto complesse capaci di generare nuove risorse attraverso servizi ritenuti da imprese nazionali ed internazionali di alto contenuto tecnologico.E’ una grande opportunità- ha aggiunto il Rettore- offerta ai nostri studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca e ricercatori che avranno accesso a questi laboratori. Ciò significa risorse per borse di studio, assegni e chiamate di docenti.Una Università solidale che trae forza dai settori tecnologici deve essere capace di investire le economie di questi Progetti, che sono consistenti in rapporto al personale impiegato, nei saperi umanistici, ovviamente sempre sulla base di progetti di qualità.Le partnership di questi Progetti sono autorevoli sia per quanto attiene ai Centri di ricerca (fra quelli nazionali Politecnici di Torino e Milano) che alle imprese coinvolte, non ultimo la ricaduta su un territorio come il nostro notoriamente privo di risorse».
Dopo l’autocelabrazione del rettore Tomasello , è toccato al professore Limosani illustrere in dettaglio due dei progetti finanziati: il primo è CERISI , che riguarda la costituzione di un unico centro di ricerca e trasferimento tecnologico , altamente specializzato, grazie al potenziamento di un gruppo coerente di laboratori, presenti nei dipartimenti di Scienze della Terra, Chimica industriale e dei materiali e Ingegneria Civile: il centro potrà , tra l’altro, contare su una tavola vibrante sulla quale si potranno simulare gli effetti delle sollecitazioni degli eventi naturali su manufatti alti fino a tre piani, unica struttura nel sud Italia. L’altro progetto denominato PAN Lab (Piattaforma Tecnologica per l’Agroalimentare) riguarderà la costituzione di un centro di eccellenza e trasferimento tecnologico per il controllo della qualità di prodotti alimentari di origine animale e vegetale, finalizzata anche ad una migliore conoscenza del rapporto tra qualità degli alimenti e ricadute sulla salute umana.

FOTO STURIALE

2 commenti

  1. siamo orgogliosi di sapere da quale tasche transitano prima di arrivare ai ricercatori.xxxxxxxx

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  2. Spero che la maggior parte di questi fondi vadano alla ricerca medica e scientifica piuttosto che a quella giurista e umanistica che, seppur importante, non necessitano di macchinari e reagenti.

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