La Procura ha chiesto undici condanne nel processo dell'operazione Oro Grigio su una speculazione edilizia che sarebbe stata compiuta per realizzare il complesso Green Park di Torrente Trapani. Chiesto 8 anni per l'avvocato Giuseppe Fortino e 7 anni per l'ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno
Il PM Angelo Cavallo ha chiesto undici condanne nel processo dell’operazione “Oro grigio” su presunte tangenti che sarebbero state pagate su una speculazione edilizia al complesso Green Park di Torrente Trapani. Secondo la pubblica accusa un comitato d’affari aveva ottenuto le autorizzazioni per realizzare il complesso edilizio. Otto anni la condanna più alta richiesta dal pm per l’avvocato Giuseppe Fortino. 7 anni per l’ex presidente del consiglio comunale di Messina, Umberto Bonanno, 6 anni e 6 mesi per Antonino Ponzio, funzionario del Comune, 6 anni per gli imprenditori Giovanni Arlotta, Giovanni Magazzù, Antonino Smidile e Santi Magazzù,5 anni per Salvatore Arlotta, un anno per i funzionari dell’assessorato regionale territorio ed ambiente di Palermo Rosa Anna Liggio, Giuseppe Giacalone e Cesare Antonino Capitti. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto anche la confisca del “Green Park”.
La vicenda Green Park non ha solo un risvolto giudiziario, nel senso che la responsabilità penale è personale,l’ha anche politico, quindi di grande rilevanza sociale.In questo processo la pubblica accusa, che rappresenta gli italiani che si danno regole,è contro Umberto BONANNO,in quel preciso momento presidente del Consiglio Comunale,cioè dell’organo elettivo che rappresenta tutti i messinesi.La rappresentanza politica di una comunità è uno dei più rilevanti valori sociali, sul banco degli imputati con Umberto BONANNO ci sono i buddaci.E’ un processo simbolico,ne puniamo uno per condannarli socialmente tutti.Come sapete non si può processare una comunità che si dotò di una Variante Generale, che è un immenso piano di fabbricazione e di devastazione del territorio,al cui confronto la densità costruttiva del piano casa,se attuato,quello che il presidente degli ingegneri,per non smentirsi come messinese, vuole modificare per aumentarne i volumi di costruzione, è un granello di sabbia. Se osservate la Urbs Messana,dall’alto e da prospettive diverse dal mare,proverete un brivido pensando che le future generazioni non potranno modificare nulla di questa babele in cemento armatissimo,sparse lungo tutta la linea di costa e su tutte le colline cittadine, dentro e fuori il perimetro Borzì,profanando financo i monti peloritani.E’ il caos e l’anarchia che hanno disegnato la Messina di oggi, legittimati da organi tecnici regionali e comunali,da quelli politici elettivi locali, da chi rappresenta la società messinese, ordini professionali e accademici,ma anzitutto da noi messinesi, che ci siamo trasformati in tutti muratori, progettisti,costruttori,tutti ditte individuali.
Scommettiamo che alla fine in galera non ci andra’ nessuno di questi galantuomini?