Sotto processo due medici del pronto soccorso di San'Agata Militello per il caso di una 43enne alla quale nell'estate 2022 venne amputata una gamba
Patti – Ci sarà il processo per stabilire le eventualità responsabilità di due mesi dell’ospedale di Sant’Agata Militello nel caso di una donna che nel 2022 ha perso la gamba per una setticemia. I due camici bianchi sono accusati di lesioni colpose e il processo comincerà il prossimo 14 gennaio davanti al giudice monocratico di Patti.
Il caso dell’estate 2022
Alla base del processo c’è l’esposto presentato nell’estate 2022 dalla famiglia della 43enne, arrivata al pronto soccorso all’ospedale di Sant’Agata Militello in preda a dolore e con difficoltà di deambulazione. Dopo essere stato visitata, era stata dimessa con la prescrizione di una terapia antibiotica e riposo. Pochi giorni dopo la donna è però tornata allo stesso pronto soccorso e, la mattina successiva, era stata trasferita d’urgenza al Policlinico di Messina, dove era arrivata in gravissime condizioni per l’avanzato stato di setticemia, il 5 giugno 2022.
L’amputazione della gamba
Al presidio universitario messinese fu quindi eseguito l’intervento di amputazione dell’arto resosi indispensabile per salvarle la vita, rimanendo per lungo tempo in Rianimazione. L’ipotesi accusatoria, basta sul dossier dei consulenti medici della Procura, ha portato al rinvio a giudizio di due sanitari “per colpa consistita in imprudenza, il peggioramento del focolaio di sepsi presente nei tessuti molli (…) omettendo di disporre l’esame radiologico che avrebbe potuto consentire di diagnosticare il rischio di una gangrena gassosa e attuare la relativa terapia mirata nella sede della sepsi, evitando il peggioramento del quadro settico, anche in termini di estensione, e la successiva perdita dell’arto“.
Il processo
L’indagine ipotizzava inizialmente il coinvolgimento anche di un altro medico dello stesso pronto soccorso, che il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò ha invece scagionato, disponendo il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto. Il medico era assistito dall’avvocato Rosario Di Blasi. Citata come responsabile civile l’Asp di Messina. La 43enne e i familiari si sono costituiti parti civili con gli avvocati Massimiliano Fabio, Emanuele Belligno Todaro, Giuseppe D’Anna, Salvatore Meli ed Alberto Ferraù.