Dopo la protesta ulteriori tagli al punto nascita dei Nebrodi. Federconsumatori e Uil chiedono tavolo tecnico, i sindaci vogliono confronto con la Regione
L’ospedale di Sant’Agata di Militello ha subito un ulteriore ridimensionamento del punto nascita, ridotto ad ambulatorio, mentre altri tagli incombono anche sull’ospedale di Mistretta e quello dei Nebrodi, nella proposta del nuovo piano ospedaliero siciliano.
Alla mobilitazione civica di Sant’Agata dei giorni scorsi si è unita la Federconsumatori Nebrodi, che ha chiesto l’avvio di un tavolo tecnico: “Le notizie di questi giorni contribuiscono ad incrementare la sensazione di insicurezza nei cittadini, aumentandone la preoccupazione di non riuscire a ricevere la dovuta assistenza necessaria. Tenendo a sottolineare che gli ospedali del comprensorio dei Nebrodi servono un’utenza di circa centomila abitanti che vivono su un territorio con criticità particolarissime, la Federconsumatori chiede di aprire un tavolo di confronto con gli tutti gli attori affinché gli ospedali presenti nell’intera zona dei Nebrodi siano strutturati e diversificati nelle prestazioni affinché possono dare risposte alle più svariate esigenze mediche dei cittadini. “, scrive la sigla rappresentata da Teodoro Lamonica.
“La chiusura del punto nascita di Sant’Agata potrebbe essere il primo atto di un disegno nefasto che in poco tempo rischia di portare alla chiusura definitiva dell’ospedale. La decisione è stata assunta nonostante l’atto aziendale preveda tuttora la presenza dell’Unità operativa semplice di ostetricia e ginecologia”, denuncia la Uil Messina.
“In merito al punto nascita chiediamo che venga reso pubblico il carteggio relativo alla richiesta di deroga per allontanare ii dubbi in merito alla lacunosità della documentazione inviata al Ministero della Salute e soprattutto in merito alla proposta del Comitato Punto Nascita regionale di sospensione dell’unità santagatese in attesa della messa in sicurezza dei locali”, denunciano il segretario generale Ivan Tripodi, il segretario provinciale Fpl Giuseppe Calapai e il coordinatore provinciale area medica Corrado Lamamma.
Per il sindaco di Sant’Agata Bruno Mancuso il trasferimento di un medico proprio all’indomani della protesta è stato un vero e proprio “atto di arroganza e prevaricazione istituzionale (…)Uno schiaffo ai sindaci e ai cittadini che hanno manifestato. Oltre che inascoltati, ci sentiamo umiliati e offesi da tanta tracotanza e molto preoccupati per la mancata riapertura del punto nascita e per lo stesso futuro del nostro nosocomio. Chiediamo che una delegazione di sindaci venga immediatamente ascoltata dall’assessore Razza perché si ponga fine a questa opera di progressivo smantellamento dell’ospedale di Sant’Agata di Militello.”